Prevale ancora la cautela nelle borse europee, frenate dagli appuntamenti imminenti con le banche centrali e dal Covid-19 che torna a minacciare l’economia mondiale. Debole anche Wall Street, con gli investitori preoccupati dall’accelerazione del tapering che la Fed dovrebbe annunciare domani per contrastare l’inflazione.
La Borsa di Milano chiude sulla parità una seduta poco mossa, nella quale il Ftse Mib è rimasto sui livelli della vigilia per tutta la giornata, evidenziando un clima di attesa degli investitori per gli appuntamenti dei prossimi giorni. Il meeting della Federal Reserve si concluderà domani con la conferenza stampa di Jerome Powell, mentre le riunioni di Banca Centrale Europea e Bank of England sono in programma per la giornata di giovedì (per maggiori dettagli al riguardo, consultare il calendario economico della settimana).
Oltre all’inquietudine generata dalla grande attesa per i meeting delle banche centrali, i mercati restano nervosi per la situazione legata al Covid-19. I contagi sono previsti in ulteriore aumento in tutto il mondo. In Italia, è molto probabile il raggiungimento dei 30.000 contagi giornalieri già entro Natale e si valuta il ritorno dell’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto, oltre al possibile passaggio di alcune regioni in zona arancione.
Il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha affermato, al termine della consueta riunione sul coronavirus, che “la variante Omicron è ormai nella maggior parte dei Paesi e si sta diffondendo ad una velocità che non abbiamo mai visto prima” e ha messo in guardia sui comportamenti che è necessario mantenere per evitare il contagio, dichiarando quanto segue: “voglio essere molto chiaro, i vaccini da soli non porteranno nessuno fuori dalla pandemia. Non si tratta dei vaccini al posto delle mascherine, i vaccini al posto del distanziamento. Bisogna fare tutto insieme”.
Piazza Affari: Ftse Mib sostenuto dai titoli bancari
Tendenza negativa per quasi tutte le principali piazze europee. Unico mercato che conclude ben al di sopra della parità è Madrid.
Piazza Affari ha scongiurato il ribasso soprattutto grazie all’ottima performance del settore bancario (che rappresenta una quota molto rilevante del paniere azionario del Ftse Mib), nel quale si percepisce un certo ottimismo degli investitori verso le ipotesi, che circolano in questi giorni, di fusioni ed acquisizioni tra i vari istituti bancari. Secondo le indiscrezioni, oggetto di simili operazioni potrebbe essere Bca Carige, che sarebbe nel mirino sia di Bper Banca che di Credit Agricole.
Miglior titolo di giornata, nel listino principale della Borsa di Milano, è Unicredit, spinto ancora al rialzo dal piano triennale pubblicato nei giorni scorsi, da cui emergono stime di ricavi e dividendi in crescita fino al 2024. Il Ftse Italia Banche registra una performance di +2,05%.
La chiusura delle borse europee
Di seguito, le performance registrate dai principali indici azionari europei, in chiusura di seduta:
- SMI (Zurigo): -1,11%
- DAX (Francoforte): -1,08%
- CAC 40 (Parigi): -0,69%
- FTSE 100 (Londra): -0,18%
- FTSE MIB (Milano): +0,02% a quota 26.556,67 punti indice
- IBEX 35 (Madrid): +0,67%
L’Euro Stoxx 50, indice in grado di sintetizzare l’andamento generale delle borse europee, chiude la seduta con una performance di -0,92%, a quota 4.144,51 punti.
Titoli migliori del Ftse Mib
I maggiori rialzi di giornata, tra i titoli inclusi nell’indice principale di Piazza Affari, sono stati registrati da:
- Unicredit: +4,58%
- Tenaris: +3,35%
- Amplifon: +1,93%
- Leonardo: +1,80%
- Bper Banca: +1,54%
- Banco Bpm: +1,42%
- Eni: +1,07%
- Intesa San Paolo: +0,88%
- Saipem: +0,80%
- Mediobanca: +0,63%
Titoli peggiori del Ftse Mib
I titoli azionari più colpiti dalle vendite, invece, sono stati i seguenti:
- Moncler: -3,22%
- Interpump Group: -3,13%
- Diasorin: -2,41%
- Ferrari: -1,87%
- STMicroelectronics: -1,79%
- Recordati: -1,62%
- Prysmian: -1,48%
- Nexi: -1,46%
- Campari: -1,43%
- Cnh Industrial: -0,90%
Stati Uniti: aumento da record dei prezzi alla produzione, Fed e inflazione frenano Wall Street
Sale il nervosismo a Wall Street, alla vigilia del “mercoledì Fed”, con gli indici impostati al ribasso sin dall’apertura. Avversione al rischio manifestata anche dai futures, in netto ribasso già da questa mattina. Molto deboli i titoli tecnologici.
Questo l’andamento evidenziato dai principali indici di Wall Street, alle 18:50 ora italiana:
- Nasdaq 100: -2,00%
- S&P 500: -1,32%
- Dow Jones: -0,55%
I dati, pubblicati nel pomeriggio, sulla variazione dei prezzi alla produzione, hanno evidenziato un netto aumento rispetto ai valori già senza precedenti raggiunti ad ottobre, innalzando ulteriormente la probabilità che la Fed possa intensificare il tapering, con una riduzione più aggressiva degli acquisti di bond, pari 30 miliardi, rispetto ai 15 miliardi già tagliati nel mese di novembre. Sempre più concreta anche l’ipotesi che nel 2022 la banca centrale statunitense possa alzare i tassi di interesse in due occasioni, quindi di 0,50 punti base complessivi rispetto ai livelli attuali (range compreso tra 0 e o,25%).
Su base annua, i prezzi alla produzione sono aumentati, a novembre, del 9,6%, rispetto all’8,6% registrato ad ottobre, dato che già rappresentava un record assoluto. Su base mensile, invece, l’incremento è stato dello 0,8%, rispetto allo 0,6% della lettura di ottobre. L’incremento dei prezzi alla produzione, inevitabilmente, si riflette dopo un certo periodo di tempo sui prezzi al consumo, per cui questi dati confermano l’ipotesi un’inflazione ancora in crescita almeno per la prima metà del 2022.
Notizie dagli altri mercati: Eur/Usd attende le banche centrali, scende il petrolio
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, risulta pari a 130 punti base, poco mosso rispetto alla chiusura della seduta precedente (+1 punto). Il rendimento del Btp sale a +0,93%; in leggero rialzo anche il rendimento del Bund, pari a -0,37%. Stesso discorso per il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari a +1,44%, in rialzo di 2 punti base rispetto all’ultimo valore di chiusura.
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