Piazza Affari, lunedì 20 settembre: chiusura in netto ribasso, crollano le banche

La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. Una sintesi dei temi più importanti della giornata.

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Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Adobe stock)

Seduta complicata per la Borsa di Milano, che chiude sui minimi degli ultimi due mesi, nonché in ribasso di oltre due punti e mezzo percentuali (una delle peggiori performance dell’anno), nel contesto di una giornata caratterizzata dall’avversione al rischio in tutti i principali mercati azionari. Prevalgono le vendite, infatti, anche a Wall Street in questa prima parte di seduta, oltre che nelle altre borse europee. La causa principale di questo sentiment negativo è rappresentata dalla crisi del colosso immobiliare cinese Evergrande, di cui si era già parlato nell’articolo relativo alla chiusura dello scorso giovedì come di una nuova importante fonte di incertezza per i mercati globali.

Il gigante cinese (seconda società del settore immobiliare cinese) ha debiti che ammontano complessivamente a 305 miliardi di dollari, da cui è scaturita una grave crisi di liquidità che ha determinato il mancato rispetto della scadenza degli interessi passivi bancari, che la società avrebbe dovuto pagare entro oggi, come già annunciato dal governo cinese la scorsa settimana. Inoltre, i titoli obbligazionari emessi dalla compagnia sono stati sospesi a seguito di un ulteriore downgrade da parte dell’agenzia di rating Standard & Poor’s. I mercati occidentali sono spaventati dalla possibilità che possa innescarsi un effetto domino, che estenda la crisi anche al di fuori dei confini cinesi, visto l’elevato grado di globalizzazione e di interconnessioni che caratterizza il mondo della finanza. Numerosi fondi hedge e fondi comuni di investimento occidentali, infatti, sono esposti con investimenti nel settore immobiliare cinese ed anche nel mercato obbligazionario orientale, per cui gli investitori temono che, se la situazione Evergrande dovesse aggravarsi, potrebbero verificarsi delle ricadute anche in Europa e negli Stati Uniti, come avvenuto in occasione del default della grande banca d’affari statunitense Lehman Brothers nel 2007, che ha provocato la peggiore recessione dal dopoguerra in tutto il mondo occidentale.

La chiusura dei mercati azionari europei: il peggiore è Milano

Queste le performance registrate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:

  • FTSE MIB (Milano): -2,57% a quota 25.048,26 punti indice
  • DAX (Francoforte): -2,31%
  • CAC 40 (Parigi): -1,74%
  • IBEX 35 (Madrid): -1,20%
  • SMI (Zurigo): -1,42%
  • FTSE 100 (Londra): -0,79%

L‘Euro Stoxx 50, indice di cui fanno parte le 50 società europee con maggior capitalizzazione di mercato,  chiude la seduta odierna in ribasso del 2,11%, a quota 4.043,63 punti.

Titoli migliori del Ftse Mib

Hanno concluso la seduta con una performance positiva soltanto i seguenti titoli, tra quelli inclusi nel listino principale di Piazza Affari:

  • Amplifon: +0,57%
  • Terna-Rete Elettrica Nazionale: +0,31%
  • A2a: +0,03%

Titoli peggiori del Ftse Mib

I maggiori ribassi, invece, sono stati registrati dai seguenti titoli azionari:

  • Bper Banca: -5,34%
  • Banco Bpm: -5,10%
  • Eni: -4,82%
  • Unicredit: -4,71%
  • Stellantis: -4,47%
  • Finecobank: -4,01%
  • Tenaris: -3,72%
  • Cnh Industrial: -3,48%
  • Exor: -3,33%
  • Buzzi Unicem: -3,23%

Particolarmente colpiti dalle vendite i titoli bancari, con l’indice settoriale Ftse Italia Banche che registra una performance di -3,73%. E’ per questo che il Ftse Mib è risultato l’indice peggiore di giornata tra gli europei, visto che è composto in buona parte proprio da titoli del settore bancario, il cui andamento tende, dunque, a determinare le sorti dell’indice milanese, nel bene e nel male.

Stati Uniti: Evergrande e il debito pubblico spaventano gli investitori

Wall Street non sfugge al risk-off che ha travolto i mercati azionari in questa prima seduta settimanale e gli indici evidenziano perdite superiori ai due punti percentuali (ore 18:45):

  • Nasdaq 100: -2,50%
  • Dow Jones: -2,11%
  • S&P 500: -2,09%

Oltre ai timori legati al rischio di default di Evergrande, preoccupa la situazione legata al limite legale imposto al debito federale statunitense, ripristinato il primo agosto dopo una sospensione durata due anni. Secondo Janet Yellen, segretaria al tesoro Usa nonché ex governatrice della Federal Reserve, gli Stati Uniti rischiano il loro primo default già ad ottobre se questo limite non viene esteso o nuovamente sospeso. E’ necessario, secondo Yellen, aumentare lo spazio di manovra sul disavanzo del bilancio pubblico, altrimenti c’è il rischio di innescare una severa crisi finanziaria.

“Stiamo appena emergendo dalla crisi pandemica, non dobbiamo gettarci da soli in un’altra crisi completamente evitabile” ha dichiarato Yellen in un commento pubblicato sul Wall Street Journal. Occorrono, secondo la segretaria al tesoro, “misure straordinarie per impedire al governo degli Stati Uniti di fallire e quindi un accordo per aumentare o estendere il tetto del debito pubblico del Paese”.

In questa settimana, in particolare nella giornata di mercoledì, l’attenzione sarà focalizzata sul vertice della Federal Reserve, da cui gli investitori si aspettano di conoscere maggiori dettagli sui piani della banca centrale al riguardo delle tempistiche del tapering che, come già sappiamo, avrà inizio entro fine anno. I mercati auspicano che le “promesse” di Jerome Powell vengano rispettate, ovvero che il ritiro degli stimoli monetari sia in effetti prudente e graduale. Per maggiori dettagli al riguardo dei dati macroeconomici e degli eventi più attesi della settimana, è possibile consultare il calendario economico.

Altre notizie dai principali mercati finanziari: crollano Bitcoin e petrolio

Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, sale a quota 104 punti base, in aumento di 4 punti rispetto all’ultimo valore di chiusura: il rendimento del Btp resta a +0,72%, mentre il rendimento del Bund scende a -0,32%. In ribasso il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), che risulta pari a +1,30%, in calo di 7 punti base rispetto all’ultimo valore di chiusura.

In netto calo il prezzo del Bitcoin, spinto verso il basso dal generalizzato risk-off che ha colpito oggi i mercati. Come sempre accade in queste circostanze, la volatilità, che nelle ultime sedute si era mantenuta molto bassa, è salita in modo repentino, costringendo la criptovaluta più famosa ad un nuovo affondo ribassista, dopo quello osservato nella giornata di martedì 7 settembre, quando è stato registrato un calo dell’11%. Attualmente, il Bitcoin quota 43.780 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di -7,34%.

Nel mercato valutario, rimane stabile il cambio Euro/Dollaro Usa, che quota attualmente 1,1726 dollari, praticamente invariato rispetto al livello di chiusura dello scorso venerdì.

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Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, in rialzo il prezzo dell’oro, che quota attualmente 1.762,80 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di +0,45% rispetto all’ultimo valore di chiusura. In netto calo, invece, il prezzo del petrolio, anch’esso non esente dall’ondata di vendite che sta coinvolgendo tutti gli asset rischiosi. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 70,59 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di -2,08% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 74,09 dollari al barile, con una variazione di -1,66% rispetto all’ultimo valore di chiusura.

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