Piazza Affari, lunedì 15 novembre: chiusura positiva, sale Telecom

La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. Le dichiarazioni di Christine Lagarde dinanzi al Parlamento Europeo.

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Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Adobe stock)

Inizio di settimana positivo per la Borsa di Milano che aggiorna nuovamente il massimo dell’anno (oltre che degli ultimi 13 anni), nonostante la seduta odierna sia stata caratterizzata da scarsa attività degli operatori nei mercati azionari europei, che chiudono poco distanti dal livello di chiusura dello scorso venerdì. Il nuovo massimo del Ftse Mib è pari a 27.877 punti. La chiusura è avvenuta circa 10 punti più in basso.

Segnali incoraggianti dalla Cina, dove la produzione industriale, ad ottobre, è salita del 3,5% su base annua, rimbalzando rispetto al deludente +3,1% registrato a settembre. Dato, quest’ultimo, che aveva generato, tra gli investitori, preoccupazioni per un possibile rallentamento economico della seconda economia mondiale, a causa anche della carenza di materie prime, che continua ancora a generare difficoltà di approvvigionamento a livello globale.

Lagarde (BCE): inflazione sotto controllo, nessun rialzo dei tassi nel 2022

Questa mattina, inoltre, la governatrice della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha tenuto un discorso all’Europarlamento, durante il quale ha evidenziato come la politica monetaria della Bce e quella della Fed dovrebbero disallinearsi nei prossimi mesi.

Secondo quanto affermato da Lagarde, infatti, è altamente improbabile che nell’area euro si verifichino le condizioni per un rialzo dei tassi nel 2022. Questo perché, pur essendo destinata a durare più del previsto a causa della mancanza di materie prime sufficienti a soddisfare l’elevata domanda di beni di consumo, l’inflazione nell’Eurozona sta salendo molto più lentamente rispetto a quanto accade negli Stati Uniti, dove la notevole impennata dell’indice dei prezzi al consumo (IPC) dovrebbe indurre la Federal Reserve ad alzare i tassi per almeno una volta nel 2022 e non è da escludere che i rialzi nel prossimo anno siano addirittura due.

Si ricorda che, a supporto di quanto affermato dalla presidente Lagarde, l’ultima lettura dell’IPC core ha evidenziato un rialzo del 2,1%, ben inferiore rispetto al +4,6% registrato negli Stati Uniti. A proposito di ciò, come indicato nel calendario economico, proprio in questa settimana sarà rilasciato il dato definitivo riguardante la variazione dell’IPC ad ottobre, nell’area euro, che dovrebbe confermare il +2,1% rilevato nel rilascio preliminare.

Lagarde, inoltre, ha aggiunto che “in un periodo nel quale il potere d’acquisto è già ridotto dall’aumento delle bollette dell’energia e del carburante, un inasprimento prematuro delle condizioni di finanziamento non è auspicabile e rappresenterebbe un ingiustificato ostacolo alla ripresa”.

La chiusura dei mercati azionari europei: il migliore è Parigi

Di seguito, le performance registrate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:

  • CAC 40 (Parigi): +0,53%
  • FTSE MIB (Milano): +0,49% a quota 27.868,13 punti indice
  • DAX (Francoforte): +0,34%
  • IBEX 35 (Madrid): +0,16%
  • FTSE 100 (Londra): +0,05%
  • SMI (Zurigo): +0,01%

L’Euro Stoxx 50, indice composto dalle 50 principali società europee per capitalizzazione di mercato, chiude la seduta in rialzo dello 0,36%, a quota 4.386,19 punti indice.

Titoli migliori del Ftse Mib

I titoli più acquistati di giornata, tra quelli inclusi nell’indice principale di Piazza Affari, sono stati i seguenti:

  • Telecom Italia: +3,06%
  • Terna-Rete Elettrica Nazionale: +1,83%
  • Unipol: +1,60%
  • Hera: +1,36%
  • Azimut Holding: +1,32%
  • Moncler: +1,30%
  • Recordati: +1,28%
  • Unicredit: +1,08%
  • Atlantia: +0,96%
  • Banca Mediolanum: +0,90%

Titoli peggiori del Ftse Mib

I titoli azionari più colpiti dalle vendite, invece, sono stati:

  • Nexi: -0,74%
  • Tenaris: -0,68%
  • Buzzi Unicem: -0,58%
  • Ferrari: -0,35%
  • Mediobanca: -0,32%
  • Interpump Group: -0,24%
  • Finecobank: -0,14%
  • Prysmian: -0,12%
  • Saipem: -0,08%
  • Italgas: -0,04%

Stati Uniti: Wall Street poco mossa dopo il recupero di venerdì

Indici statunitensi che, giunti a metà seduta, risultano poco mossi, in prossimità dei massimi storici. Dopo l’impetuoso rialzo avvenuto nella seduta di venerdì, che ha consentito a Wall Street di riassorbire quasi tutta la correzione osservata tra martedì e giovedì, l’azionario Usa evidenzia oggi volumi di negoziazione piuttosto bassi, con gli indici che stazionano nei pressi della parità. L’apertura delle 15:30 ha evidenziato un gap-up, ovvero un prezzo superiore rispetto alla chiusura di venerdì, successivamente però c’è stato un ritracciamento che ha portato gli indici nei pressi del livello di chiusura della scorsa settimana.

Questo l’andamento evidenziato dai tre principali indici di Wall Street, alle 19:00 ora italiana:

  • Dow Jones: +0,09%
  • S&P 500: -0,03%
  • Nasdaq 100: -0,34%

Indicazioni positive dal settore manifatturiero, per quanto riguarda lo stato di New York. L’indice manifatturiero del NY Empire State, infatti, è risultato pari a 30,90, per quanto riguarda novembre, in netto rialzo rispetto al 19,80 registrato nel mese precedente.

Notizie dagli altri mercati: l’euro scende sotto la soglia di 1,14 dollari, giù anche il petrolio

Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bundovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, sale leggermente a 121 punti base, in rialzo di un solo punto rispetto alla chiusura della scorsa seduta. Il rendimento del Btp sale  a+0,93%; scende, invece il rendimento del Bund, che si attesta a -0,28%. In netto rialzo il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari a +1,62%, in aumento di quattro punti rispetto all’ultimo valore di chiusura.

In calo il prezzo del Bitcoin, che rimane comunque in zona massimi storici (69.000 dollari). La criptovaluta più famosa quota attualmente 64.165 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di -2,05%.

Nel mercato valutario, non si ferma il ribasso del cambio Euro/Dollaro Usa, che quota 1,1385 dollari, in calo dello 0,57% rispetto all’ultimo valore di chiusura. Il cambio principale del Forex, ai minimi da luglio 2020, risente delle difformità nella conduzione della futura politica monetaria tra Bce e Fed, confermate ulteriormente dalle parole pronunciate oggi da Christine Lagarde. L’aumento dell’inflazione molto più accentuato negli Usa che in Europa determinerà un incremento dei tassi di interesse più rapido negli Stati Uniti, di conseguenza la valuta statunitense sta guadagnando appetibilità rispetto all’euro, agli occhi degli operatori del Forex.

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Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, stabile il prezzo dell’oro, che quota 1.863,70 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di -0,07% rispetto alla chiusura della seduta precedente. Ancora in calo il prezzo del petrolio. L’oro nero sta risentendo, nelle ultime sedute, sia del taglio delle stime della domanda mondiale di greggio, da parte dell’OPEC, sia dei rumors secondo cui gli Stati Uniti potrebbero decidere di mettere sul mercato parte delle proprie riserve, per frenare la salita delle quotazioni, che restano in prossimità dei massimi degli ultimi sette anni. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 80,37 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di -0,53% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 81,58 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di -0,72% rispetto all’ultimo valore di chiusura.

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