Ancora deboli le borse europee, con gli investitori preoccupati dalla politica restrittiva della Fed, più aggressiva del previsto, in un contesto economico sempre minacciato dalla pandemia. Perdite importanti a Wall Street, dove gli indici si allontanano dai massimi storici.
Le borse europee chiudono in ribasso per la terza seduta consecutiva. In netto calo anche Wall Street nella prima metà della sessione americana. Ancora sentiment negativo, dunque, nei mercati azionari, preoccupati dalla stretta monetaria della Federal Reserve, che, nei verbali dell’ultimo meeting (pubblicati lo scorso mercoledì), è apparsa agli investitori più aggressiva del previsto. A marzo, infatti, la banca centrale statunitense prevede non solo di concludere gli acquisti di bond ed alzare i tassi, ma anche di cominciare a vendere parte degli asset detenuti in bilancio, che hanno raggiunto la notevole cifra di 8.800 milioni di dollari.
I futures aventi come sottostante i tassi di interesse Usa segnalano una probabilità del 90% per il rialzo dei tassi a marzo. Inoltre, secondo le stime elaborate da Goldman Sachs, i rialzi dei tassi nel 2022 potrebbero essere addirittura quattro. Gli investitori non si aspettavano di dover iniziare l’anno con una Federal Reserve decisa ad attivare tutte queste armi per combattere l’inflazione, la quale, a giudicare dai piani della banca centrale, ha raggiunto livelli troppo elevati e non sostenibili a lungo. Domani è previsto un discorso di Jerome Powell dinanzi al Senato, mentre nella giornata di mercoledì saranno pubblicati i dati relativi all’andamento dell’inflazione statunitense nel mese di dicembre (per maggiori dettagli, consultare il calendario economico): saranno questi due gli appuntamenti più attesi al fine di ottenere maggiori conferme sull’orientamento da “falco” della Fed.
Di seguito, le performance registrate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:
L’Euro Stoxx 50, indice in grado di sintetizzare l’andamento delle borse europee, chiude la seduta a quota 4.239,52 punti, in ribasso dell’1,54%.
I titoli più acquistati di giornata, tra quelli appartenenti al listino principale di Piazza Affari, sono stati:
I titoli azionari più colpiti dalle vendite, invece, sono stati:
In ribasso anche gli indici di Wall Street, in attesa dell’audizione di Powell dinanzi al Senato, prevista per le ore 16 di domani, da cui gli investitori sperano di ottenere maggiori dettagli sulle prossime mosse della Federal Reserve.
Questo l’andamento dei principali indici azionari statunitensi, alle 19:50 ora italiana:
Azionario statunitense ancora preoccupato, quindi, dall’imminente rialzo del costo del denaro e dal venir meno di quegli stimoli monetari che per circa un decennio hanno facilitato la salita delle quotazioni, consentendo l’accesso a capitale di debito a condizioni molto favorevoli.
E’ prassi molto diffusa negli Stati Uniti, infatti, ricorrere ai prestiti per investire nei mercati. Nel corso dell’anno, gli interessi saliranno e, dunque, i costi per l’accesso a capitale di terzi torneranno a salire. E’ questa, principalmente, la dinamica che sta innescando una vendita di asset rischiosi nelle ultime tre sedute. Notevole soprattutto il calo del Nasdaq 100, indice di riferimento nel comparto tecnologico, il quale si ritrova del 10% al di sotto del massimo storico segnato circa due mesi fa (mentre l’S&P 500 è sceso soltanto del 4% circa rispetto al proprio record).
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, scende a 135 punti base, in calo di cinque punti rispetto al precedente valore di chiusura, dopo un rally durato diverse sedute. Il rendimento del Btp scende a +1,27%, mentre rimane stabile il rendimento del Bund, pari a -0,08%. Poco mosso il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari +1,78%, in aumento di un solo punto rispetto alla chiusura della scorsa seduta e su livelli che non venivano toccati da gennaio 2020.
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