La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari.
I mercati azionari cominciano il mese di novembre con la stessa intonazione che ha caratterizzato ottobre, ovvero con un netto rialzo che ha permesso agli indici europei di aggiornare nuovamente i massimi dell’anno. Il Ftse Mib torna sopra i 27.000 punti, soglia psicologica toccata l’ultima volta a fine settembre 2008. Le borse stanno, dunque, rispettando le indicazioni derivanti dalla statistica, secondo cui, nell’ultimo trimestre, quando il trend è al rialzo su base annua, si osserva molto spesso un ulteriore impulso dei mercati a favore del trend, che determina la segnatura di nuovi massimi annuali nel mese di dicembre, dopo la correzione ribassista che si osserva, di solito, in estate. Gli investitori sembrano, dunque, accantonare le preoccupazioni legate a vari fattori di incertezza che incombono sullo scenario macroeconomico: su tutti, la risalita dei contagi da Covid-19 e il forte aumento dell’inflazione, che potrebbe proseguire anche nei prossimi mesi a causa della prolungata carenza di materie prime che sta determinando strozzature nella catena di approvvigionamento delle aziende.
Se a ciò si aggiunge che i livelli di occupazione sono ancora inferiori al periodo precedente la diffusione della pandemia, è possibile comprendere come il rischio di un rallentamento economico, innescato dalla contrazione della spesa per consumi, sia concreto. Il dato, pubblicato oggi, sulle vendite al dettaglio in Germania va, in effetti, in questa direzione: a settembre le vendite sono diminuite, rispetto ad agosto, del 2,5%, a fronte di una lettura precedente di +1,2% e di una stima degli analisti di +0,6%. A proposito di dati ed eventi potenzialmente capaci di generare volatilità nei mercati azionari, quella appena iniziata sarà una settimana densa di appuntamenti molto attesi dagli investitori, come descritto dettagliatamente nel calendario economico.
La chiusura dei mercati azionari europei: il migliore è Madrid
Di seguito, le performance registrate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:
- IBEX 35 (Madrid): +1,38%
- FTSE MIB (Milano): +1,23% a quota 27.206,00 punti indice
- CAC 40 (Parigi): +0,92%
- SMI (Zurigo): +0,89%
- DAX (Francoforte): +0,75%
- FTSE 100 (Londra): +0,71%
L’Euro Stoxx 50, indice in grado di sintetizzare l’andamento delle borse europee, chiude la seduta in rialzo dello 0,70%, a quota 4.280,47 punti.
Titoli migliori del Ftse Mib
I titoli più acquistati di giornata, tra quelli appartenenti al listino principale della Borsa di Milano, sono stati:
- Moncler: +2,87%
- Eni: +2,76%
- Ferrari: +2,73%
- Tenaris: +2,70%
- Cnh Industrial: +2,24%
- Finecobank: +2,24%
- Snam: +2,10%
- Inwit: +1,84%
- Azimut Holding: +1,81%
- Recordati: +1,77%
Titoli peggiori del Ftse Mib
Chiudono la seduta in ribasso, invece, soltanto i seguenti titoli azionari:
- Nexi: -2,70%
- Bper Banca: -0,58%
- Unicredit: -0,49%
- Exor: -0,12%
Stati Uniti: investitori prudenti in attesa della Federal Reserve
Poco mossa Wall Street, che nella prima seduta di novembre consolida i guadagni ottenuti nel mese di ottobre, con i principali indici in rialzo di circa il 7% su base mensile. Evidente il clima di attesa nel mercato azionario statunitense che, molto probabilmente, sarà caratterizzato da bassa volatilità, fino alle 20 di mercoledì 3, quando è in programma la conclusione del meeting della Federal Reserve, appuntamento molto atteso dagli investitori per ottenere maggiori indicazioni sui futuri piani di politica monetaria della banca centrale.
Queste le performance evidenziate, alle 18:45 ora italiana, dai principali indici azionari statunitensi:
- Dow Jones: +0,13%
- Nasdaq 100: -0,02%
- S&P 500: -0,08%
I dati rilasciati oggi hanno evidenziato una leggera contrazione nel ritmo di crescita dell’attività manifatturiera. Ad ottobre, infatti, l’indice PMI manifatturiero, elaborato da Markit, è risultato pari a 58,4, a fronte di una lettura di 60,7 nel mese di settembre. Dato inferiore anche rispetto alle stime degli analisti, che prevedevano un valore di 59,2. E’, inoltre, la peggior lettura del 2021, a conferma della situazione di difficoltà che stanno vivendo le aziende a causa, principalmente, della carenza di materie prime (cosiddetto “energy crunch”).
Nuova accelerazione dello spread, l’Euro tenta il rimbalzo contro il dollaro
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, sale ancora e raggiunge quota 132 punti base, in rialzo di ben nove punti rispetto alla chiusura dell’ultima seduta e su livelli mai visti dall’inizio dell’era Draghi. Il rendimento del Btp sale a+1,18%; scende, invece, il rendimento del Bund, che si attesta a -0,14%. Stabile il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari a +1,57%.
Leggero ritracciamento nel mercato del Bitcoin, cominciato nella giornata di sabato, che sembra legato semplicemente ad una fase di pausa da parte dei compratori, prima di ricominciare ad acquistare la valuta digitale, riportando i prezzi verso nuovi massimi storici. La criptovaluta più famosa quota 60.720 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di -1,00%.
Nel mercato valutario, sale il cambio Euro/Dollaro Usa, dopo il netto ribasso avvenuto nella giornata di venerdì, in conseguenza del dato sull’indice PCE, che aveva evidenziato un’inflazione statunitense in ulteriore crescita e che, dunque, aumenta le probabilità di inizio del tapering tra questo mese e il prossimo. Il cambio principale del Forex quota 1,1597 dollari, corrispondenti ad una performance di +0,32% rispetto alla chiusura della scorsa seduta.
LEGGI ANCHE >> Pensioni 2022 con assegno di 516 euro fino a 67 anni: c’è un prezzo da pagare
Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, sale il prezzo dell’oro, che quota 1.794 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di +0,60% rispetto alla chiusura della seduta precedente. Ancora in rialzo il prezzo del petrolio, che rimane sui massimi degli ultimi sette anni: il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 84,28 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +0,73% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 84,59 dollari al barile, in rialzo dell’1,04% rispetto alla chiusura di venerdì scorso.