La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari.
La Borsa di Milano chiude nei pressi della parità una seduta caratterizzata dall’incertezza per tutti i principali mercati azionari europei. La volatilità rimane elevata, su livelli che non si vedevano dallo scorso mese di maggio, e questo è un segnale di nervosismo dei mercati. Ci sono, infatti, delle situazioni in fase di sviluppo (già descritte nell’articolo relativo alla chiusura della scorsa seduta) che, evidentemente, preoccupano gli investitori, i quali non hanno dato seguito agli acquisti osservati ieri, che avevano consentito alle borse del vecchio continente di rimbalzare dopo il tonfo di martedì.
Con la seduta odierna si conclude il mese di settembre, che si conferma tra i periodi dell’anno più difficili per i mercati azionari. Essendo questa anche l’ultima sessione del trimestre, vi sono stati aggiustamenti di portafoglio, quindi prese di profitto da parte degli operatori, che hanno contribuito a rendere ancora più volatili i mercati azionari. Il Ftse Mib ha registrato, su base mensile, una performance di -1,25%, quindi una perdita tutto sommato contenuta, se si considera che, in questo mese, due sessioni sono state tra le peggiori dell’anno, con perdite superiori ai due punti percentuali per il listino principale di Piazza Affari (lunedì 20 e martedì 28).
Queste le performance registrate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:
L‘Euro Stoxx 50, affidabile termometro del clima prevalente nelle borse europee, chiude la seduta odierna in ribasso dello 0,79%, a quota 4.048,08 punti indice.
I titoli azionari più acquistati, tra quelli inclusi nell’indice principale della Borsa di Milano, sono stati:
I titoli più venduti di giornata, invece, sono stati:
Dopo un avvio in moderato rialzo, i principali indici statunitensi spingono al ribasso, con il sentiment degli investitori che sembra deteriorarsi, confermando ulteriormente il contesto caratterizzato da nervosismo nei mercati azionari globali. Wall Street in calo, dunque, nonostante l’avvicinarsi di un accordo per l’estensione del limite al debito federale, misura necessaria per evitare il default degli Stati Uniti già nel mese di ottobre. In giornata, infatti, è prevista una votazione al Congresso, con la quale si dovrebbe approvare l’allargamento dei margini di manovra sul deficit di bilancio, in quanto la legge statunitense attribuisce la competenza, al riguardo di tale provvedimento, proprio al Congresso, cui Janet Yellen, segretaria al Tesoro, si è spesso rivolta nelle scorse settimana per richiedere un intervento in tempi rapidi.
Queste le performance evidenziate, alle 18:40 ora italiana, dai principali indici azionari statunitensi:
Sul fronte dei dati macroeconomici, segnali positivi dal dato definitivo relativo alla crescita del PIL nel secondo trimestre: rispetto al precedente trimestre, il Prodotto Interno Lordo è aumentato del 6,7%, superando sia le attese degli analisti che il dato emerso dal rilascio preliminare (entrambi pari a +6,6%). Ha deluso le aspettative, invece, il dato riguardante le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione. Durante la settimana che si è conclusa venerdì 24, infatti, sono pervenute 362.000 nuove domande di sussidio, mentre le stime degli analisti prevedevano un dato pari a 335.000 unità e il dato precedente era risultato pari a 351.000.
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, sale leggermente a quota 104 punti base, in rialzo di un solo punto rispetto all’ultimo valore di chiusura: il rendimento del Btp sale a +0,85%, mentre il rendimento del Bund si attesta a -0,19%. In leggero ribasso, invece, il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari a +1,52%, in calo di due punti rispetto al livello di chiusura della scorsa seduta.
Sale il prezzo del Bitcoin, che tenta nuovamente di rimbalzare dopo aver toccato l’importante area di supporto posizionata tra i 40.000 e i 41.000 dollari, baluardo fondamentale al fine di scongiurare nuovi affondi ribassisti della criptovaluta più famosa, per la quale, invece, un segnale di forza sarebbe rappresentato dal recupero di area 48.500 dollari. Il Bitcoin quota attualmente 42.950 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di +3,39%.
Nel mercato valutario, non si ferma la discesa del cambio Euro/Dollaro Usa, a causa delle aspettative di rialzo dei tassi di interesse Usa, previsto in abbondante anticipo rispetto ai tassi dell’area euro. Questa divergenza nella politica monetaria delle rispettive banche centrali determina un rafforzamento del dollaro nei confronti dell’euro, che spinge al ribasso il tasso di cambio, pari attualmente a 1,1574 dollari, corrispondenti ad una performance di -0,19% rispetto al livello di chiusura dell’ultima seduta. Il cambio principale del Forex non scendeva al di sotto della soglia di 1,16 da luglio 2020.
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Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, in rialzo il prezzo dell’oro, che quota 1.758 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di 1,84% rispetto all’ultimo valore di chiusura. In aumento anche il prezzo del petrolio: il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 76,00 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +1,50% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 79,10 dollari al barile, con una variazione di +1,30% rispetto al prezzo di chiusura di ieri.
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