Mercati finanziari poco mossi nell’ultima seduta del 2021. Tempo di bilanci: anno molto positivo per il Ftse Mib, ma non solo per la performance. Vediamo perché il 2021 potrebbe essere un anno che gli investitori ricorderanno a lungo, in senso positivo.
Seduta con pochi spunti e con bassa volatilità per le borse europee, che chiudono l’ultima seduta dell’anno nei pressi della parità. Come prevedibile, gli investitori non hanno manifestato alcuna intenzione di esporsi ed assumere nuove posizioni in prossimità dell’ultimo dell’anno, infatti sono stati registrati volumi di scambio molto bassi, in linea con la seduta precedente.
Domani la Borsa di Milano resterà chiusa. Tra gli altri mercati alcuni rimarranno chiusi per tutta la giornata, mentre altri osserveranno un orario di apertura ridotto. In ogni caso, il clima è ormai festivo e i movimenti dei mercati finanziari aperti nell’ultimo giorno dell’anno non saranno di rilevante entità.
Il Ftse Mib chiude il 2021 non distante dal massimo dell’anno, segnato lo scorso 16 novembre e pari a 27.969 punti. Rispetto al livello di chiusura di oggi, la performance registrata nel 2021 è del +22%, con un rialzo di quasi 5.000 punti in confronto al livello di 22.398 al quale il listino principale di Piazza Affari aveva aperto l’anno nello scorso mese di gennaio.
Quello che sta per concludersi, oltre che per il guadagno considerevole, è stato un anno molto importante anche perché il Ftse Mib è riuscito dopo 13 anni a tornare stabilmente al di sopra della soglia dei 24.000 punti, mai superata in chiusura di seduta dal 2008. Prima dello scorso mese di marzo, a partire dal crollo dei mercati provocato dallo scoppio della crisi dei mutui suprime, infatti, l’indice milanese ha sempre continuato ad oscillare lateralmente, venendo respinto in numerose occasioni proprio in prossimità della resistenza dei 24.000 punti.
Perciò, è possibile affermare che nel 2021 si sono visti i primi segnali di ripresa, dopo 13 anni, del Ftse Mib, che ha posto le basi per un nuovo trend rialzista di lungo periodo. Considerando anche le basi fondamentali, infatti, l’inflazione in crescita e il conseguente, seppur lento, rialzo dei tassi di interesse, che la Banca Centrale Europea dovrebbe effettuare a partire dal 2023, dovrebbe favorire l‘incremento dei profitti delle banche derivanti dalla forbice dei tassi, strozzati nell’ultimo decennio dal persistere di tassi pari a zero.
Le prospettive di crescita dei profitti delle banche si rifletteranno, molto probabilmente, sulle quotazioni dei rispettivi titoli, spingendo al rialzo il Ftse Mib, il cui paniere azionario è composto per una quota molto rilevante da titoli bancari.
Queste le performance registrate, su base giornaliera, dai principali indici azionari europei:
L’Euro Stoxx 50 chiude la seduta in rialzo dello 0,50%, a quota 4.306,07 punti, evidenziando la prevalenza dei compratori anche nell’ultima seduta dell’anno.
I titoli più acquistati di giornata, tra quelli appartenenti al listino principale di Piazza Affari, sono stati:
I titoli più venduti, invece, sono stati:
Wall Street poco mossa e con volumi di scambio sui minimi dell’anno, sulla scia di quanto avvenuto nella precedente seduta. I mercati azionari restano ben ancorati ai massimi storici, in attesa dell’arrivo del nuovo anno. L’S&P 500 si appresta a chiudere il 2021 sui massimi storici, in area 4.800 punti, in rialzo di quasi il 28% rispetto al livello di apertura dell’anno.
Questo l’andamento registrato, dai tre principali indici di Wall Street, alle 18:50 ora italiana:
Sarà molto interessante vedere se, nel 2022, Wall Street riuscirà a gestire, mantenendo intatto il trend rialzista, le problematiche relative, non solo alla pandemia, ma anche alla crescita dell’inflazione e alla conseguente stretta monetaria della Fed. Infatti, l’inflazione è stimata in aumento anche nella prima metà del 2022, tanto che la Federal Reserve concluderà già a marzo il programma di acquisto di titoli obbligazionari, concentrandosi poi sul rialzo dei tassi (previsti tre aumenti dei tassi, pari a 0,25% ciascuno).
Sul fronte dei dati macro, ancora indicazioni positive dal mercato del lavoro. Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, nella scorsa settimana, sono scese a 198.000 unità, rispetto alle 206.000 unità registrate nella settimana precedente. Il dato si è rivelato anche migliore delle stime degli analisti, i quali si aspettavano 208.000 nuove richieste.
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, chiude l’anno a 136 punti base, in aumento di due punti rispetto alla chiusura della seduta precedente. Il rendimento del Btp è fermo a quota +1,16%, mentre scende di due punti il rendimento del Bund, pari a -0,20%. In leggero calo anche il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari +1,52%, rispetto all’1,54% registrato ieri in chiusura.
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