La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. Cosa è emerso dal meeting della Banca Centrale Europea.
Seduta poco mossa per la Borsa di Milano, che chiude poco al di sopra dei livelli della vigilia. Situazione simile anche nelle altre borse europee che, come Piazza Affari, hanno vissuto una mattinata di attesa per il meeting della Banca Centrale Europea, da cui gli investitori speravano di ottenere maggiori indicazioni sui piani dell’autorità bancaria in materia di tapering (riduzione dell’ammontare degli acquisti di bond) e, più in generale, sulle contromisure che la BCE intende adottare per tenere a bada l’inflazione in continua crescita. Così non è stato, ovvero non sono emerse dal meeting odierno novità rilevanti su questi temi, perciò la volatilità nei mercati azionari europei è rimasta bassa e gli indici hanno continuato ad oscillare nei pressi della parità fino a fine giornata.
BCE: nessuna novità sul tapering, tutto rimandato a dicembre
La Banca Centrale Europea non ha annunciato alcuna novità sui propri piani di politica monetaria, limitandosi soltanto a confermare una moderata riduzione nel ritmo degli acquisti previsti dal programma emergenziale (Pepp), rispetto a quanto fatto nei trimestre precedenti, come già annunciato a settembre. Si tratta, dunque, di una sorta di antipasto del tapering vero e proprio, che dovrebbe avere inizio nei prossimi mesi e al riguardo del quale maggiori dettagli verranno forniti, molto probabilmente, nel meeting di dicembre, quando saranno rilasciati anche gli aggiornamenti sulle previsioni macroeconomiche.
Secondo quanto dichiarato nel comunicato, la banca centrale “continua a ritenere che possano essere mantenute condizioni di finanziamento favorevoli con un ritmo degli acquisti netti di attività, previsti dal Pepp, moderatamente inferiore rispetto al secondo e al terzo trimestre dell’anno”. Il programma di acquisto bond, implementato allo scopo di supportare l’economia durante la fase critica della pandemia, proseguirà, dunque, fino a marzo 2022, seppur con un ritmo leggermente inferiore e che dovrebbe essere ulteriormente ridotto nei prossimi mesi, in modo da calibrare la portata degli strumenti disponibili sulla base del target di inflazione della banca.
Come da anticipazioni della vigilia, i tassi di interesse sono rimasti fermi sui livelli attuali e non sono cambiate neanche le indicazioni sulla loro probabile evoluzione futura (cosiddetta “forward guidance”). Ciò significa che i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali rimarranno invariati allo 0,00%, quelli sulle operazioni di rifinanziamento marginale allo 0,25% e i tassi sui depositi presso la banca centrale rimarranno pari a -0,50% finché l’inflazione non raggiungerà il target simmetrico del 2% nel medio termine.
Quanto appena detto, come spiegato dalla BCE nel comunicato, “può comportare un periodo transitorio in cui l’inflazione si colloca su un livello moderatamente al di sopra dell’obiettivo”, come sta accadendo negli ultimi mesi. Le attuali pressioni inflazionistiche sono state definite da Christine Lagarde, nella conferenza stampa, come “più lunghe del previsto”, ma comunque transitorie e destinate a calare nel 2022.
La chiusura dei mercati azionari europei: il migliore è Parigi
Queste le performance registrate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:
- CAC 40 (Parigi): +0,75%
- IBEX 35 (Madrid): +0,60%
- SMI (Zurigo): +0,54%
- FTSE MIB (Milano): +0,31% a quota 26.890,35 punti indice
- FTSE 100 (Londra): -0,05%
- DAX (Francoforte): -0,06%
L’Euro Stoxx 50, indice che ben sintetizza l’andamento delle borse europee, termina la seduta odierna in rialzo dello 0,31%, a quota 4.233,87 punti
Titoli migliori del Ftse Mib
- STMicroelectronics: +6,41%
- Diasorin: +4,32%
- Amplifon: +3,34%
- Exor: +2,31%
- Ferrari: +2,26%
- Moncler: +1,73%
- Bper Banca: +1,15%
- Prysmian: +0,89%
- Enel: +0,75%
- Finecobank: +0,73%
Titoli peggiori del Ftse Mib
- Saipem: -10,98%
- Nexi: -9,06%
- Telecom Italia: -5,67%
- Tenaris: -2,77%
- Italgas: -1,78%
- Stellantis: -1.56%
- Banco Bpm: -1,33%
- Inwit: -1,07%
- A2a: -0,99%
- Leonardo: -0,98%
L’ondata di vendite che ha colpito titoli come Saipem, Telecom Italia e Stellantis è legata a reazioni emotive degli investitori, derivanti dalla pubblicazione di risultati trimestrali deludenti, con conseguente riduzione delle stime di profitto per fine anno.
Stati Uniti: crescita del PIL deludente nel terzo trimestre, ma c’è ancora fiducia a Wall Street
Continua la tendenza positiva della stagione delle trimestrali attualmente in corso e sale anche, in virtù dei profitti superiori alle attese che man mano vengono pubblicati, la stima relativa alla crescita dei profitti nel terzo trimestre, elaborata da Refinitiv e, attualmente, pari a circa il 38%. Molto bene le trimestrali di Comcast, Caterpillar e Ford, mentre stasera, a mercati chiusi, sarà il turno di Amazon e Apple.
In attesa dei conti dei due colossi, il settore tecnologico continua a salire e ad aggiornare il proprio massimo storico. S&P 500 e Dow Jones, invece, nelle ultime ore della scorsa seduta sono stati colpiti da un movimento di liquidazione (ovvero prese di profitto degli investitori) che li ha allontanati, momentaneamente, dal rispettivo record storico. Oggi, però, già nei primi minuti successivi all’apertura, i due indici di Wall Street hanno riassorbito il ribasso di ieri e sembrano indirizzati verso un nuovo aggiornamento dei massimi.
Queste le performance registrate, su base giornaliera, alle 18:40 ora italiana:
- Nasdaq 100: +1.03%
- S&P 500: +0,73%
- Dow Jones: +0,38%
Sul fronte dei dati macro, la crescita del Prodotto Interno Lordo statunitense è risultata pari al 2%, su base trimestrale, nel rilascio preliminare relativo al terzo trimestre. Gli analisti avevano stimato, invece, una crescita pari al 2,7%. Calo ancora più evidente se confrontato con la variazione del PIL nel secondo trimestre, risultata pari a +6,7%. Si tratta di una contrazione legata principalmente alla carenza di materie prime e al rialzo dei prezzi che i consumatori hanno subito nel periodo luglio-settembre 2021. Continua a fornire indicazioni positive, invece, il dato relativo alle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione: nella scorsa settimana sono pervenute soltanto 281.000 nuove richieste, che rappresenta un nuovo aggiornamento del minimo dall’inizio della pandemia.
Euro forte contro il dollaro, riparte il Bitcoin, ben supportato dai 58.100 dollari
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, sale con decisione a 113 punti base, in rialzo di sette punti rispetto alla chiusura dell’ultima seduta: il rendimento del Btp sale a+0,98%; in rialzo anche il rendimento del Bund, che si attesta -0,15%. Stessa dinamica per il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari a +1,58%, in rialzo di 5 punti base rispetto alla chiusura della scorsa seduta.
Torna a salire il prezzo del Bitcoin, che sta tornando a muoversi in direzione del trend rialzista, dopo aver rimbalzato sul supporto posizionato in area 58.100 dollari, livello che ha frenato la correzione ribassista osservata nelle scorse sedute. La criptovaluta più famosa quota 61.100 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di +4,50%.
Nel mercato valutario, si segnala il netto rialzo del cambio Euro/Dollaro Usa, che quota 1,1679 dollari, corrispondenti ad una performance di +0,64% rispetto alla chiusura della scorsa seduta.
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Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, sale il prezzo dell’oro, che quota 1.800,50 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di +0,21% rispetto alla chiusura della seduta precedente. Poco mosso il petrolio, che rimane sui livelli della vigilia, dopo il ribasso di ieri innescato dall’aumento, superiore alle attese, delle scorte di greggio negli Stati Uniti. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 82,70 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di +0,25% su base giornaliera.