Gli acquisti avvenuti nella seduta asiatica, dopo il nuovo taglio dei tassi in Cina, generano ottimismo anche nelle borse europee e a Wall Street, in ripresa dopo due sedute consecutive di ribassi. Brilla Telecom, in guadagno di oltre il 3%, in calo i titoli petroliferi.
La Borsa di Milano chiude in rialzo, recuperando parte delle perdite subite nelle due sedute precedenti. Positive anche le altre piazze europee, ad eccezione di Londra, seppur con cautela: gli indici, infatti, evidenziano performance positive, ma senza movimenti di particolare entità. Guadagno notevole, invece, per gli indici azionari di Wall Street, in rialzo di circa un punto e mezzo percentuale, dopo aver subito perdite poco inferiori al 3% tra le giornate di martedì e mercoledì.
L’ottimismo che ha innescato questo rimbalzo è stato generato dal rally delle borse asiatiche di questa notte, incoraggiate dal taglio dei tassi di interesse da parte della banca centrale cinese, per sostenere una ripresa economica che stenta a consolidarsi a causa della pandemia. La People’s Bank of China (PBoC) ha abbassato il tasso di riferimento di 10 punti base, dal precedente 3,80% al 3,70%. Anche nel mese di dicembre la banca centrale cinese aveva ridotto i tassi di 5 punti base (da 3,85% a 3,80%): si trattava della prima modifica dei tassi dal marzo 2020.
Il Ftse Mib (+0,73%) chiude sui massimi di giornata, sostenuto (come gli altri indici europei) dal clima di fiducia che si respira a Wall Street già dall’apertura e che sta consentendo agli indici americani di recuperare terreno dopo due sedute complicate, nelle quali l’aggressività della Fed nel condurre i propri piani di inasprimento della politica monetaria ha innescato delle rilevanti prese di profitto da parte degli operatori esposti al rialzo.
A Piazza Affari, rimbalza il titolo Telecom Italia, in rialzo del 3,34%, dopo aver perso circa il 9% nelle precedenti sedute di questa settimana, a causa dei rumors secondo cui sarebbero in fase di discussione nel CdA dei programmi di riassetto delle attività del gruppo, da cui deriverebbe il fallimento dell’offerta pubblica di acquisto presentata dal fondo statunitense Kkr. Molto bene anche Enel (+2,82%) e A2A (+2,18%) in una seduta positiva per tutto il settore delle utilities.
Prese di profitto, invece, nel settore petrolifero, con Saipem (-1,32%) maglia nera di giornata, tra i titoli inclusi nel listino principale di Piazza Affari. In ribasso anche Eni (-0,97%). Si tratta di titoli reduci da un rally importante nei primi 20 giorni dell’anno, per cui una chiusura di posizioni rialziste rientra nella normale dinamica di comportamento degli investitori.
Queste le performance registrate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:
L’Euro Stoxx 50, indice di riferimento a livello europeo, chiude la seduta in rialzo dello 0,73%, a quota 4.299,61 punti.
Il comparto tecnologico sta spingendo l’azionario statunitense al recupero delle perdite subite nelle scorse due sedute, a causa del notevole incremento dei rendimenti obbligazionari, avvenuto nel corso dell’ultimo mese e derivante dai numerosi rialzi (almeno tre) dei tassi di riferimento che la Federal Reserve ha già annunciato per l’anno appena iniziato. L’aumento dei tassi di mercato riduce il valore attuale dei dividendi futuri delle società, quindi riduce il valore intrinseco dei rispettivi titoli azionari.
Alle 18:15 ora italiana, il Nasdaq 100 evidenzia un rialzo dell’1,70%. L’S&P 500 sale dell’1,20%, mentre il Dow Jones evidenzia un guadagno pari ad un punto percentuale.
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, si attesta a 137 punti base, in calo di tre punti rispetto alla chiusura della scorsa seduta: il rendimento del Btp è pari a +1,30%, mentre il rendimento del Bund è di -0,07%, dopo essere tornato, ieri, in territorio positivo (evento che non si verificava dal 2019). Poco mosso, in questa seduta, il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), pari +1,83%, livelli che non venivano toccati da gennaio 2020.
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