Piazza Affari, giovedì 19 agosto: chiusura in ribasso, crolla Moncler

La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. Una sintesi dei temi più importanti della giornata. 

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Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Adobe stock)

La Borsa di Milano chiude la seduta odierna in netto calo, nel contesto di una giornata che ha visto prevalere i venditori in tutti i principali mercati europei. L’intonazione ribassista è stata molto intensa soprattutto nelle prime due ore della sessione europea. Poco prima delle 11:30, infatti, il Ftse Mib faceva registrare una perdita di quasi il 2,50%, in corrispondenza del minimo di giornata in area 25.715 punti. Dopodiché si è verificato un rimbalzo che ha consentito al listino principale di Piazza Affari di rendere meno pesante la performance giornaliera, ma non di recuperare la soglia dei 26.000 punti. I titoli maggiormente colpiti dalle vendite, per quanto riguarda la Borsa di Milano, sono stati soprattutto quelli del settore petrolifero, messi in difficoltà dal calo dei prezzi del petrolio, e del settore moda e lusso. In quest’ultimo settore i timori sono legati anche alla minaccia rappresentata dal presidente cinese Xi Jinping, il quale intende aumentare le tasse sulle fasce di reddito più elevate, che rappresentano i principali compratori di beni di lusso.

La spinta ribassista osservata questa mattina è stata soprattutto una conseguenza delle vendite che hanno avuto luogo a Wall Street, nelle ultime ore di negoziazione della scorsa seduta. Dopo la pubblicazione dei verbali della Federal Reserve, infatti, gli indici azionari Usa hanno cominciato a scendere, in quanto è emerso che, come già anticipato da alcuni analisti, la banca centrale statunitense dovrebbe avviare il tapering del programma di acquisto di titoli obbligazionari già entro la fine del 2021, determinando ancora una volta una divergenza tra la politica monetaria della Fed e quella della Bce, dato che in Europa gli stimoli monetari dovrebbero rimanere sui livelli attuali ancora per diversi mesi.

Va anche detto che, dopo quasi un mese di ininterrotta salita, una correzione ribassista dai massimi è un evento fisiologico, a maggior ragione quando vi sono alcune situazioni poco rassicuranti per gli investitori, in fase di sviluppo, come la risalita dei contagi da Covid-19, a causa della diffusione della variante Delta, e la presa del potere dei talebani in Afghanistan. Con i mercati azionari estremamente tirati al rialzo, si può comprendere come questi fattori possano indurre molti operatori a liquidare le proprie posizioni rialziste per incassare i profitti già maturati, determinando un ritracciamento dai massimi.

La chiusura dei mercati azionari europei: il migliore è Parigi

Di seguito, le performance registrate dai principali indici azionari europei, in chiusura di seduta:

  • CAC 40 (Parigi): -2,43%
  • FTSE MIB (Milano):  -1,61% a quota 25.933,46 punti indice
  • FTSE 100 (Londra): -1,61%
  • DAX (Francoforte):-1,35%
  • SMI (Zurigo): -1,13%
  • IBEX 35 (Madrid): -0,77%

L’indice Euro Stoxx 50 termina la seduta con una performance di -1,55%, a quota 4.124,71 punti, evidenziando il sentiment negativo che ha prevalso oggi nei mercati azionari europei.

Titoli migliori del Ftse Mib

I titoli azionari più acquistati, tra quelli inclusi nel listino principale di Piazza Affari, sono stati:

  • Italgas: +1,22%
  • Terna-Rete Elettrica Nazionale: +0,90%
  • Enel: +0,85%
  • Amplifon: +0,79%
  • Nexi: +0,77%
  • Hera: +0,51%
  • Recordati: +0,35%
  • A2a: +0,26%
  • Diasorin: +0,11%

Titoli peggiori del Ftse Mib

I titoli più colpiti da vendite, invece, sono stati i seguenti:

  • Moncler: -6,12%
  • Tenaris: -4,64%
  • Cnh Industrial: -3,90%
  • Stellantis: -3,56%
  • Exor: -3,46%
  • Ferrari: -2,80%
  • Eni: -2,80%
  • Saipem: -2,75%
  • Campari: -2,74%
  • Unicredit: -2,71%

Wall Street: segnali di ripresa dopo le vendite innescate dai verbali Fed

In seguito all’ondata di ribassi che ha colpito gli indici di Wall Street, nelle ultime ore della scorsa seduta (post verbali Fed delle 20), questa mattina i futures hanno continuato ad evidenziare una certa debolezza, in linea con l’andamento della seduta europea. Nel pomeriggio, però, con l’apertura degli scambi a Wall Street c’è stata un’inversione di rotta e, in questo momento, gli indici stanno recuperando buona parte delle perdite: il Nasdaq è già addirittura tornato sui livelli precedenti la pubblicazione dei verbali. Questa ripresa, se dovesse continuare fino al termine della sessione americana, farebbe ben sperare per la seduta europea di domani, in quanto, solitamente, durante la mattina, gli indici europei si muovono nella stessa direzione intrapresa da Wall Street nella giornata precedente.

Queste le performance evidenziate dai principali indici azionari statunitensi, alle 18:45 ora italiana:

  • Nasdaq 100: +0,70%
  • S&P 500: +0,32%
  • Dow Jones: -0,04%

I verbali pubblicati ieri, relativi all’ultimo meeting della Federal Reserve, hanno evidenziato come il dibattito, tra i membri della banca centrale, riguarda l’inizio del tapering: da un lato, c’è chi vorrebbe cominciare a ridurre il programma di acquisto titoli già in autunno, dall’altro, invece, altri membri ritengono opportuno allentare gli stimoli monetari ad inizio 2022. Si tratta, dunque, di una differenza poco rilevante. Ciò che conta, per gli investitori, è che un primo restringimento della politica monetaria è ormai molto vicino (questo ha determinato i ribassi di cui si è parlato) e che, molto probabilmente, lo stop definitivo agli acquisti di titoli obbligazionari avverrà nella prima parte del 2022, come anticipato da alcuni esperti del settore. Ulteriori dettagli sul piano di uscita dagli stimoli monetari potrebbero essere rilasciate dalla Fed nel meeting dei principali banchieri centrali a Jackson Hole, in programma la prossima settimana (26-28 agosto), oppure nel prossimo meeting Fed del 21 e 22 settembre.

I dati macroeconomici continuano, inoltre, a supportare l’eventuale decisione della Fed di procedere con il tapering. La banca centrale, infatti, monitora con grande attenzione l’andamento del mercato del lavoro (variabile fondamentale nell’orientare le decisioni della Fed, insieme all’inflazione) che, nell’ultimo mese, ha dato ottimi segnali di ripresa, dopo un periodo complicato, in cui risultava molto distante dai livelli di occupazione precedenti la pandemia. Anche questa settimana, le nuove richieste di disoccupazione sono risultate in calo: il dato pari a 348.000 unità, emerso oggi, rappresenta il minimo dall’inizio della pandemia, oltre ad essere inferiore alle stime degli analisti, che prevedevano una lettura pari a 363.000 unità.

Altre notizie dai principali mercati finanziari: ancora giù il petrolio

Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bundovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, sale a quota 106 punti base, in aumento di 3 punti rispetto all’ultimo valore di chiusura: il rendimento del Btp risulta pari a +0,57%, mentre il rendimento del Bund si attesta a -0,49%. Scende il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato USA), che risulta pari a +1,24%, in calo di 3 punti base rispetto al precedente valore di chiusura.

In rialzo, seppur modesto, il prezzo del Bitcoin, che sembra in procinto di estendere la propria corsa al rialzo, al di sopra del precedente massimo relativo in area 48.190 dollari. Ci si attende, dunque, un nuovo impulso rialzista della criptovaluta più famosa, che potrebbe portare il prezzo prima in area 58.000 dollari e poi a rivedere i massimi in area 64.900 dollari. Il Bitcoin quota attualmente 45.500  dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di  +1,74%.

Nel mercato valutario, prosegue il ribasso del cambio Euro/Dollaro Usa, che quota attualmente 1,1686 dollari, ovvero il livello più basso da novembre 2020. Il cambio più utilizzato dai traders fa registrare, attualmente, una performance di -0,20% su base giornaliera. La divergenza nella politica monetaria delle rispettive banche centrali, di cui si parlava in apertura, dovrebbe essere la causa principale di questo ribasso sostenuto e potrebbe determinare ulteriori discese del cambio anche nelle prossime settimane.

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Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, in leggero ribasso il prezzo dell’oro, che quota attualmente 1.783 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di -0,30% rispetto all’ultimo valore di chiusura. Non si ferma la discesa del petrolio: oltre ai timori sulla possibile contrazione della domanda, in caso si aggravi la situazione del Covid, pesa sulle quotazioni anche l’inatteso aumento delle riserve di benzina, emerso ieri dai dati rilasciati dall’EIA, nonostante il contemporaneo calo delle scorte di petrolio greggio in giacenza presso le aziende statunitensi. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 63,47 dollari al barile, con una performance di -1,47% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 66,27 dollari al barile, con una variazione di -2,87% rispetto all’ultimo valore di chiusura.

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