La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. Una sintesi dei temi più importanti della giornata.
La Borsa di Milano conclude la sessione odierna in guadagno, nonostante il sentiment negativo che ha caratterizzato la seduta asiatica (dove le principali borse chiudono poco prima dell’inizio della seduta europea) e i ribassi in corso a Wall Street a partire dall’apertura della sessione americana, che hanno, comunque, determinato un arretramento anche degli indici europei. Questa mattina, infatti, il Ftse Mib aveva raggiunto un massimo al di sopra dei 26.100 punti, corrispondenti ad un guadagno superiore all’1%. La chiusura, invece, è avvenuta al di sotto dei 26.000 punti.
Le perdite subite dalle borse asiatiche sono state causate principalmente dall’annuncio della crisi di liquidità in cui versa il colosso immobiliare Evergrande, secondo sviluppatore immobiliare della Cina. Il gruppo, attivo anche in altri settori, come quello della produzione di auto elettriche, dei media e dell’alimentare, ha un debito complessivo di 305 miliardi di dollari e non sarà in grado di pagare gli interessi passivi bancari, in scadenza il prossimo 20 settembre, dovuti agli istituti finanziatori. Sono attualmente in corso delle trattative per fare in modo che Evergrande ottenga un’estensione delle scadenze e un rinnovo dei prestiti. E’ una situazione che bisognerà monitorare con molta attenzione anche nelle prossime settimane perché un eventuale default del colosso cinese potrebbe determinare un pericoloso effetto a catena in grado di danneggiare anche altre banche e società al di fuori della Cina.
Il contesto macroeconomico attuale, inoltre, non è esente da fonti di incertezza, tra la risalita dei contagi da Covid-19 causata dalla variante Delta e i dati rilasciati nei giorni scorsi, che evidenziano dei primi segnali di rallentamento economico della Cina, con la produzione industriale e gli investimenti in beni capitali in calo nel mese di agosto.
Queste le performance evidenziate, su base giornaliera, dai principali indici azionari europei:
L’Euro Stoxx 50, indice composto dalle 50 principali società europee per capitalizzazione di mercato, chiude la seduta in rialzo dello 0,58%, a quota 4.169,87 punti.
Di seguito, i titoli più acquistati di giornata, tra quelli appartenenti al listino principale di Piazza Affari:
I titoli azionari più venduti, invece, sono stati i seguenti:
Gli indici di Wall Street oscillano in territorio negativo, dopo l’intenso ma breve ribasso osservato nelle prime due ore della seduta americana. Allargando l’orizzonte temporale di osservazione, i mercati azionari Usa continuano ad evidenziare un andamento prevalentemente laterale, con improvvise accelerazioni al rialzo o al ribasso che, nel giro di poco tempo, il mercato tende a riassorbire, rimanendo, dunque, non lontano dai massimi storici. La correzione iniziata la scorsa settimana appare, infatti, di scarsa rilevanza: sembra, piuttosto, che gli investitori stiano attendendo motivi validi per prendere una posizione ben precisa, in un senso o nell’altro.
E’ probabile, quindi, che il mercato rimanga cauto e poco mosso fino alla conclusione del meeting Fed della prossima settimana (21-22 settembre), durante il quale sono attese dichiarazioni importanti ed ulteriori dettagli al riguardo dei piani della banca centrale in tema di tapering: in particolare, gli investitori attendono di sapere qualcosa in più sul calendario che la Fed ha intenzione di seguire per rientrare dagli stimoli monetari e su come essa intenda gestire eventuali nuove situazioni critiche innescate da un possibile peggioramento della situazione legata al Covid-19.
Queste le performance evidenziate dai principali indici azionari statunitensi, alle 18:55 ora italiana:
Sul fronte dei dati macroeconomici, è stato rilevato oggi un inaspettato aumento delle vendite al dettaglio, con riferimento al mese di agosto. Su base mensile, le vendite sono salite dello 0,7%: gli analisti stimavano, invece, un calo dello 0,8% rispetto al mese precedente. Si ricorda, inoltre, che a luglio le vendite al dettaglio erano risultate in diminuzione dell’1,8% rispetto al mese di giugno. Deludente, invece, il dato relativo alle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione: nella settimana terminata sabato 11 settembre, sono pervenute 332.000 nuove richieste, contro una previsione di 330.000 e ad un dato precedente di sole 312.000 unità.
Nel mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, scende nuovamente al di sotto della soglia dei 100 punti, precisamente a 99 punti base, in calo di 2 punti rispetto alla chiusura di ieri: il rendimento del Btp risulta pari a +0,69%, mentre il rendimento del Bund si attesta a -0,30%. In rialzo il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato Usa), che risulta pari a +1,32%, in aumento di 2 punti base rispetto all’ultimo valore di chiusura.
Poco mosso il mercato del Bitcoin, che continua ad essere scambiato sugli stessi livelli della scorsa seduta. La valuta digitale ha recuperato finora circa metà delle perdite subite nella disastrosa giornata di martedì 7 settembre, quando è stato registrato un calo dell’11%. Attualmente, il Bitcoin quota 48.000 dollari, corrispondenti ad una performance su base giornaliera di -0,30%. Il completo recupero della discesa generata dalla candela ribassista del 7 settembre, con ritorno del prezzo in area 52.700 dollari, sarebbe un evidente segnale di forza dei compratori. Quest’ultimo sembra, attualmente, lo scenario più probabile. Al contrario, il breakdown del supporto in area 41.000 dollari potrebbe aprire la strada ad un nuovo trend ribassista.
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Nel mercato valutario, scende il cambio Euro/Dollaro Usa, che quota attualmente 1,1757 dollari, corrispondenti ad una performance di -0,49% rispetto alla chiusura di ieri.
Per quanto riguarda il mercato delle materie prime, in netto ribasso il prezzo dell’oro, che quota attualmente 1.756 dollari l’oncia, corrispondenti ad una performance di -2,13% rispetto all’ultimo valore di chiusura. Stabile, invece, il prezzo del petrolio, dopo il rally osservato nella giornata di ieri, grazie soprattutto ai dati da cui è emersa una rilevante diminuzione delle scorte detenute dalle imprese statunitensi: fattore che potrebbe determinare una maggior domanda di greggio nelle prossime settimane. Il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 72,50 dollari al barile, corrispondenti ad una performance di -0,12% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 75,43 dollari al barile, con una variazione di -0,05% rispetto all’ultimo valore di chiusura.
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