Negli ultimi anni, i titoli italiani hanno avuto rendimenti contenuti, se non negativi. La borsa italiana è stata penalizzata dalla mancanza di settori trainanti formati da titoli growth.
Mentre negli Stati Uniti i listini salgono spinti dall’accelerazione del settore e dei titoli tecnologici, Piazza Affari è stata penalizzata dallo scarso peso di questo settore nei suoi listini.
L’appetito degli investitori verso i titoli italiani rimarrà probabilmente basso nel breve termine. Questo a causa dell’impatto dei costi energetici su imprese e famiglie e il nuovo Governo; potrebbe esserci un ulteriore periodo di volatilità. Nonostante il contesto attuale, il mercato è pensato per coinvolgere e motivare i soggetti economici come le aziende a rivolgersi a un’ampia platea per poter essere finanziate. La borsa migliora il profilo e la visibilità delle società quotata creando un circolo virtuoso, raccogliendo risorse e diversificando le fonti di finanziamento.
Il paniere del listino italiano è concentrato tuttavia in pochi settori. Questi sono quello bancario e finanziario, beni di consumo ciclici e utilities, che rappresentano oltre il 66% dell’indice Morningstar Italy. Oltre a questo l’offerta di fondi azionari domestici, rimane sbilanciata sul reddito fisso.
Ciò crea uno spostamento della ricchezza finanziaria nei mercati esteri per chi è alla ricerca di Azioni più diversificate creando una maggiore volatilità sui titoli nostrani. Oltre il fatto che gli investitori italiani possano oggi considerare mercato domestico anche quello dei paesi dell’eurozona, L’inclinazione a investire in titoli domestici non è necessariamente un fattore positivo all’interno di un portafoglio.
Piccole e medie imprese con un ampio numero di grandi aziende che non si quota su Piazza Affari.
La struttura della microeconomia italiana è formata da piccole e medie imprese; molte grandi aziende non si è ancora quotato o non intende farlo.
Il rapporto tra la capitalizzazione di Borsa delle società quotate italiane e il PIL è del 33,1% un livello inferiore alla media dell’Eurozona, pari al 41%. Questo dato rappresenta certamente un’opportunità di espansione del mercato finanziario italiano. Oltre a questo, negli ultimi anni è molto aumentata la fiducia e la propensione degli italiani verso i mercati finanziari diventati facilmente accessibili attraverso le piattaforme di trading online.
Un altro aspetto positivo degli ultimi anni è che sono aumentati i debutti in borsa tramite IPO. La tendenza dello sviluppo delle aziende attraverso la partecipazione pubblica è in grado di influire positivamente sull’innovazione produttività e competizione.
Considerando come riferimento l’ultimo anno dell’andamento del FTSE Mib, la liquidità per le large cap nell’ultimo mese è inferiore alla media annuale. Questa si attesta a -28,1% rispetto alla media dell’ultimo anno. A subire la contrazione peggiore le aziende a media e bassa capitalizzazione con un variazione negativa rispettiva del 44 e 41,5%. Le Mid & Small Cap più liquide risultano le società nel settore energetico, bancario e abbigliamento.