Il timore di ripercussioni sul piano energetico ed economico della guerra commerciale con la Russa, ha reso celere ed efficiente il governo su un piano di risparmio del gas.
Dopo la consegna della turbina necessaria a Nord Stream 1 è proseguita la riduzione delle forniture di gas; nonostante questo avrebbe dovuto ripristinarne i flussi la Russia ha bisogno di un pretesto per colpire i Paesi ostili.
Nord Stream 1 è al momento l’unico accesso verso l’Ue del gas proveniente dalla Russia. Tra i Paesi più colpiti la Germania, da cui dipende per la maggiore parte del Pil europeo. Anche l’Italia ha naturalmente bisogno di accelerare sulla creazione di riserve necessarie per far fronte al fabbisogno invernale. L’attuale trend impostato dal piano del governo dovrebbe portare a raggiungere la sicurezza energetica con un riempimento al 90%.
Al momento gli stoccaggi hanno appena superato il 74%, uno dei livelli più alti nell’Unione europea. Per avere un termine di paragone la Germania è al 69% mentre la Francia e la Spagna sono fra il 78% e il 79% questo grazie volumi di acquisti e consumi di gas minori dovuti alla diversificazione su altre fonti.
Così il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani ha rassicurato in occasione della conferenza stampa di ieri che al momento lo stoccaggio di gas prosegue in linea con gli obiettivi e ha avuto una accelerazione importante grazie al Gse e al contributo di Snam.
Un prestito di quattro miliardi di euro per assicurarsi l’approvvigionamento di gas di questo inverno
Tecnicamente tutto è reso possibile da un prestito di quattro miliardi di euro del Tesoro al Gestore dei Servizi Energetici sua controllata. Questi servono in coordinamento con Snam, primo gruppo di trasporto del gas per acquistare la materia prima sulle piattaforme internazionale a qualunque prezzo. Il compito del Gse ora sarà rivendere il gas sul mercato italiano entro l’anno con l’obbiettivo di portarsi almeno in pari. Il rischio di una perdita economica si raffronta alla possibilità di paralisi energetica del Paese nel prossimo inverno.
Tra i punti del piano in termini di risparmio ci sono: l’utilizzo delle rinnovabili, la diminuzione del riscaldamento di un grado, la proroga dell’uso delle centrali a carbone per un totale di 6 miliardi di mc di gas risparmiati. A questo si aggiunge la pronta disponibilità di biogas e biometano che con le altre rinnovabili rende possibile un risparmio di mezzo miliardo di mc entro il 2022 e di 1,5 a regime.
In attesa di un quadro internazionale più confortante i miglioramenti nell’indipendenza energetica rendono l’Italia parzialmente protetta dagli effetti dell’attuale guerra commerciale. La rotta della sicurezza energetica è stata tracciata e a questo è venuto in aiuto l’accelerazione avuta negli ultimi anni dello sviluppo delle rinnovabili.