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Borsa e Mercati

L’Emilia Romagna protagonista dell’innovazione di Philip Morris: ecco perché

La Philip Morris International è una compagnia attiva nell’industria del tabacco, famosa per marchi di tabacco e sigarette come Marlboro, Chesterfield, Philip Morris e Merit.

La multinazionale americana è una società attiva in oltre 180 paesi nel mondo, tra cui anche l’Italia.

Gli Stati Uniti, quarti produttori mondiali di tabacco mantiene oggi meno di 10.000 impianti di produzione, calati drasticamente a cominciare dal 1980 quando si contavano almeno 180.000 impianti. Il trend discendente del tabacco ha portato oggi la Philip Morris ad avere un’attenzione sempre maggiore ai cambiamenti del mercato, relative alle nuove politiche sanitarie.

Nel nostro paese la società è presente con due affiliate Philip Morris Italia e Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna. La città emiliana è il centro d’eccellenza dove operai altamente specializzati lavorano per realizzare il nuovo obbiettivo della Philip Morris, la produzione di prodotti senza combustione.

A Bologna, Philip Morris è presente dal 1963 con il sito produttivo di Zola Predosa che conta oggi circa 1500 operai. Grazie alle competenze sviluppate negli anni, l’azienda è riuscita ad ampliare nel 2016 la sua presenza in Emilia Romagna con il centro produttivo di Crespellano. Questo è il primo stabilimento del suo genere nel mondo, una fabbrica del futuro su cui Philip Morris ha investito oltre un miliardo di euro. Si tratta del più grande investimento industriale ecologico degli ultimi decenni in Italia, funzionale proprio allo sviluppo di prodotti senza combustione.

La divisione italiana di Philip Morris avanguardia dell’azienda a livello globale

Il centro di eccellenza di Crespellano ha piuttosto l’aspetto di un centro di ricerca all’avanguardia che all’insegna dell’ecosostenibilità, utilizza solo energia prodotta da fonti rinnovabili. Qui vengono validate le nuove idee e i nuovi processi produttivi che sono poi condivisi e diffusi negli altri centri produttivi Philipe Morris nel mondo.

Nel mondo del tabacco gli effetti del cambiamento delle politiche sanitarie a tutela dei consumatori, ha portato negli anni a un’attenzione sempre maggiore: regolamentazione degli spot pubblicitari, campagne di informazione, divieto di fumo nei locali, fino all’inclusione di messaggi diretti sulla confezione di sigarette e trinciati.

Philip Morris Italia ha sede a Roma ed è presente nel nostro Paese dal 2001. L’azienda si occupa della commercializzazione dei tabacchi lavorati nel nostro Paese. Questi stanno venendo sostituiti negli anni da prodotti con sempre più bassi contenuti di nicotina e IQOS, che riscaldano il tabacco senza bruciarlo, permettendo di assumerne i principi attivi.

LEGGI ANCHE>>Le multinazionali del tabacco crollano in Borsa: gli effetti potrebbero essere devastanti

La carriera di Marco Hannappel alla guida delle eccellenze italiane

A guidare la missione che rivoluzionerà il core business della Philip Morris c’è oggi Marco Hannappel. Il manager si è laureato in Economia aziendale all’Università degli Studi di Firenze e ha iniziato il suo percorso professionale in Procter & Gamble. Nella multinazionale della GDO americana Hannappel ricopre ruoli di crescente responsabilità fino al ruolo di Market Strategy e Planning Leader della divisione relativa alla cura della persona.

Nel suo curriculum ci sono ulteriori ruoli di prestigio, conseguiti ricoprendo ruoli trasversali ma sempre ai vertici dirigenziali. Il manager ha lavorato in aziende come Philips TV, TP Vision e Samung Electronics. Tra le sue attuali cariche oltre a essere AD di Philip Morris Italia è dal 2011 è vicepresidente di Confindustria per il comparto dell’Elettronica e dell’Ambiente.

La nomina di Hannappel ad amministratore delegato di Philip Morris Italia avviene in un momento di particolare importanza per l’azienda che si prepara a gestire una trasformazione epocale. Il contributo di Hannappel consisterà nel centrare la strategia di riconversione industriale nello sviluppo di prodotti innovativi. Questi saranno basati su principi di salubrità e sostenibilità e dovranno sostituire in un progetto a lungo termine, il funzionamento dell’attuale filiera produttiva.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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