La crisi petrolifera contamina il commercio di materie prime. Lo zucchero sta diventando un vero e proprio bene di lusso.
Cosa sta accadendo al mercato delle materie prime?
Il Petrolio vola verso i 100 dollari a seguito dell’enorme taglio all’iter produttivo deciso dall’Opec. Insomma una sorta di corsa all’impazzata quella del petrolio con un balzo al di sopra del 12% negli ultimi sette giorni.
L’Opec+ ha stabilito che a partire dal prossimo novembre si effettuerà un taglio all’iter produttivo di petrolio per una cifra quotidiana pari a 2 milioni di barili. Gli addetti ai lavori di Goldman Sachs prevedono per l’oro nero ben più di 100 dollari entro la conclusione del 2022 e a 110 dollari il prossimo anno. L’exploit del petrolio trascina anche il boom delle spese relative alle materie prime e nella fattispecie quelle inerenti lo zucchero.
Sebbene la non probabile connessione tra le due materie prime, i costi dello zucchero e del petrolio pare siano messi in relazione per mezzo della richiesta dei relativi derivati. Uno scenario che potrebbe trasformare lo zucchero in un bene tutt’altro che dolce, quanto lussuoso. Ecco le ragioni.
Zucchero e Petrolio, quale il filo di congiunzione?
Le piantagioni di zucchero, canna o barbabietola hanno la possibilità di essere raffinate al fine di proporre due potenziali beni conclusivi: si tratta dello zucchero e dell’etanolo. Proprio l’etanolo viene impiegato come biocarburante, composto con la benzina per realizzare carburanti contraddistinti dalla lettera «E» e da cifre che rappresentano il tasso di etanolo incluso.
Miscelare l’etanolo con la benzina mette a disposizione non pochi benefici:
- In primis accresce l’efficacia dell’utilizzo di benzina poiché si riduce la dose di benzina pura indispensabile all’alimentazione del motore;
- Si contengono le emissioni di monossido di carbonio come prodotto sotteso al procedimento di combustione intrinseca;
- I flussi di anidride carbonica vengono in una certa misura bilanciati dalle coltivazioni di materie prime che assorbono e adoperano CO2 nel corso del loro sviluppo.
Sullo stabilire quale sia il prodotto conclusivo da produrre incide l’oscillare dei costi dello zucchero e dell’etanolo. Se i prezzi dello zucchero si presentano elevati, i processi produttivi deviano sullo zucchero per economizzare la condizione favorevole di guadagno. Viceversa, se il costo dell’etanolo si rivela più elevato e parifica quello dello zucchero, diviene maggiormente remunerativa l’attività produttiva di etanolo.
L’avvalersi di etanolo nell’iter produttivo di combustibili miscelati fa sì che la sua richiesta accresca all’aumentare dell’istanza di benzina. A ogni modo, le decisione relative alla produzione degli zuccherifici potrebbero condizionare la complessiva domanda globale e il costo dello zucchero.
Le ragioni del calo della domanda di zucchero
Al mondo i maggiori produttori di zucchero sono il Brasile e l’India, che assieme mettono in conto il 59% della produzione complessiva. La terza piazza spetta proprio all’Europa.
Di recente il Vecchio Continente si è visto costretto ad accrescere l’import, non essendo capace di appagare l’intera offerta per via di una congiuntura per così dire infelice. Basti pensare al conflitto in Ucraina, le problematiche condizioni meteo e al restringimento del territorio seminato. Focalizzandosi sul nostro Paese le cose non sembra che vadano meglio, i processi produttivi soddisfano solamente il 20% del necessario nazionale.
In Brasile, nondimeno, la crescita del costo dei barili di petrolio ha convinto diversi zuccherifici a virare le operazioni di sbriciolamento della materia prima verso la realizzazione di etanolo, rallentando le erogazioni di zucchero. Inoltre, le attese stimate per il raccolto 2022/2023 sarebbero in discesa del 16% , questo perché si dovrà fare i conti con un calo dei terreni coltivati e della connessa produttività.
L’Europa potrebbe allora sopperire con importando dall’India. Lì l’export è aumentato del 57% solo nel 2022, sebbene nei prossimi tempi lo scenario potrebbe mutare. L’esecutivo indiano ha decretato l’imposizione della miscela E10. Sarà questo il carburante ufficiale del Paese entro l’anno, si tratta di benzina al 90% + etanolo al 10%. Lo scopo è quello di avvalersi della miscela E20, con una più alta presenza di etanolo, entro il prossimo triennio.
Lo zucchero bene lussuoso, futuro possibile
Basandoci a quanto finora affermato, se i massimi imprenditori dell’industria di zucchero riserveranno una porzione sempre più alta del raccolto alla realizzazione di etanolo, abbassando quella di zucchero, accrescerà irrimediabilmente il gioco al rincaro sui costi di tale materia prima.