I permessi 104 per familiari servono per dare modo di assistere parenti disabili. Ma se il paziente è ricoverato si può comunque usufruire dei giorni che spettano? Facciamo chiarezza.
La Legge 104 permette di usufruire di agevolazioni, esenzioni e anche permessi di lavoro retribuiti non solo all’invalido civile titolare del benefit, ma anche ai suoi parenti. Un genitore, un fratello, un coniuge, oppure un tutore. Servono al lavoratore dipendente che ha ha carico una persona disabile, per assisterla nella quotidianità, o per condurla alle visite ad esempio. Sono permessi preziosi perché ovviamente la famiglia che si trova in una situazione già difficile non potrebbe permettersi di perdere anche il lavoro a causa di continue assenze. Ovviamente, la Legge dispone regole precise, per evitare che i lavoratori usino i permessi in modo inadeguato.
Secondo le normative vigenti e più in particolare dell’articolo 33 della legge 104/1992, al lavoratore che assiste il parente disabile così come all’invalido stesso, sono concessi 3 giorni al mese, retribuiti. In taluni casi questi 3 giorni possono essere utilizzati anche scalando alcune ore, quindi una formula molto comoda. Si può lasciare il posto di lavoro giusto per il tempo di una visita, ad esempio, senza compromettere l’intera giornata. Idem per il disabile che può assentarsi qualche ora senza sprecare tutto il monte ore previsto dal suo contratto per il giorno. Ci sono però delle eccezioni. Ad esempio, se il disabile è ricoverato presso una struttura, il familiare può usare i permessi comunque? Andiamo a scoprire cosa prevede la legge.
Bisogna subito precisare che se il disabile è ricoverato in una struttura a tempo pieno, al familiare non vengono più concessi i permessi 104. Questo perché, ovviamente, si presume che il paziente trovi nella struttura tutto l’aiuto di cui ha bisogno. Al momento delle dimissioni, ricominceranno ad essere concessi i permessi retribuiti. È anche vero, vista la vastità di situazioni che si possono presentare quando una persona soffre di una grave disabilità, che sono previste alcune eccezioni.
Ad esempio, se il disabile è minorenne. Infatti durante il ricovero i minori devono essere obbligatoriamente seguiti dal genitore o parente che lo accudisce. Può anche capitare che le tipologie di assistenza della struttura presso cui è ricoverato il paziente non offrano una formula continuativa. Ecco che allora il familiare ottiene i permessi proprio per coprire quelle “finestre” non garantite dalla struttura. O ancora, se il paziente è in degenza in stato vegetativo o in punto di morte, anche in quel caso i permessi vengono riconosciuti. Infine, se il paziente deve comunque uscire dalla struttura per effettuare esami specialistici, il familiare può assisterlo usufruendo dei permessi concessi dalla 104.
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