Nonostante tutti gli sforzi del governo di Pechino, alcuni eccessi nella crescita della domanda potrebbero formare la prossima bolla economica.
Il rilancio economico è visto dai leader cinesi come squilibrato e instabile, con una domanda eccessiva e un improvviso aumento del prezzo delle materie prime. Potrebbero inoltre diminuire le esportazioni di alcuni prodotti, poiché i consumatori distribuiranno diversamente le loro spese passando dai beni ai servizi.
L’economia cinese potrebbe comportarsi come un’auto con il motore spento, che spinta il più possibile incontra improvvisamente una discesa. Tutte le economie dei paesi che hanno adottato politiche economiche fortemente espansive, al fine di uscire dalla crisi economica dovuta alla pandemia, rischiano infatti un’improvvisa e imprevedibile accelerazione, che potrebbe creare effetti deleteri sul prezzo di alcuni beni e sui consumi, con l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime che andrebbe a contrastare gli effetti degli aiuti economici da cui sono state paradossalmente causate.
La banca centrale cinese sta avendo oggi giorno grosse difficoltà a rallentare il tasso di inflazione, il rischio per il paese è quello di dover alzare i tassi di interesse o modificare drasticamente la sua politica economica, rischiando di non cogliere i vantaggi della ripresa.
Solo il mese scorso il comparto azionario cinese ha messo in evidenza quanto forti possono essere le attrattive per un paese che è riuscito a mostrare la forza della sua economia e la capacità organizzativa contro la pandemia. Gli incrementi delle quotazioni e gli alti dividenti hanno portato, rispetto ai dati dello scorso anno, a un + 60% degli acquisti nell’azionario, con una crescita pari al 47% del suo mercato obbligazionario e le quotazioni dello Yuan che da gennaio di quest’anno hanno toccato i massimi dal 2018.
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La domanda improvvisa del settore produttivo sta inoltre spingendo i prezzi delle materie prime come rame, petrolio e acciaio, con quest’ultimo prevalentemente utilizzato dalla Cina che consuma il 50% della produzione mondiale. Quindici mesi dopo l’enorme iniezione di liquidità nel sistema economico e finanziario cinese, gli effetti stanno cominciando a mostrare tutta la portata delle manovre, con gli aumenti dei prezzi che non riescono per il momento a venire riassorbiti.
La ripresa cinese rimane quindi sbilanciata con la produzione industriale e gli investimenti sostenuti da forti esportazioni, con vendite al dettaglio che sono state pari al 17,7% inferiori alle previsioni che avevano stimato la crescita al 25%, motivate in parte dall’incremento dei prezzi.
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Il mercato immobiliare rimane forte, tanto che i prezzi delle abitazioni preoccupano il governo che pensa di introdurre una patrimoniale. I responsabili politici stanno cercando di mitigare la domanda in questo settore, per favorire fattori quali le vendite al dettaglio e gli investimenti manifatturieri. La bolla economica potrebbe essere dietro l’angolo visti anche gli andamenti irregolari delle economie a livello globale. Il trend del mercato immobiliare ha costituito il principale fattore di crescita negli ultimi quattro mesi, superando gli investimenti nel settore finanziario.
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