Investire in obbligazioni può sembrare semplice, ma dietro ogni scelta si nascondono dettagli che possono fare la differenza. Giovanni ha avuto davanti due alternative: un’opzione con un rendimento netto più alto e un BTP dal profilo più stabile.
La sua decisione potrebbe sorprenderti e farti riflettere sul ruolo del cambio valutario e delle tendenze di lungo termine nei tuoi investimenti.

Giovanni non è un investitore qualsiasi. Studia i dati, analizza i trend e si lascia guidare dalla razionalità. Questa volta aveva tra le mani l’EIB Green Bond TF 9,25% GE33 in peso messicano, un’obbligazione che offriva un rendimento netto del 7,57%, più del doppio rispetto al BTP 2,45-01ST33, che si fermava al 3,28%. Sembrava un affare d’oro, ma qualcosa non lo convinceva. Non era solo una questione di rendimento: c’erano altri fattori in gioco. Il mercato valutario, infatti, stava lanciando segnali chiari, e ignorarli avrebbe potuto costare caro.
Il rischio del cambio: una variabile spesso sottovalutata
Quando si investe in obbligazioni in valuta estera, il rendimento nominale può essere molto allettante, ma bisogna sempre considerare la forza della moneta di riferimento.

In questo caso, il peso messicano mostrava segni di debolezza nei confronti dell’euro, e questo trend non sembrava destinato a invertirsi nel breve termine. Giovanni ha osservato attentamente i grafici annuali e si è reso conto che gli acquirenti di euro stavano consolidando una tendenza rialzista già da mesi.
Questo significa che, anche se l’obbligazione offriva un rendimento interessante, il deprezzamento del peso messicano avrebbe potuto erodere una parte significativa del guadagno. È una trappola in cui molti investitori cadono: guardano solo al tasso d’interesse senza considerare il rischio valutario. Ma nel caso di un trend consolidato come quello in corso, la prudenza è d’obbligo.
Perché Giovanni ha scelto il BTP nonostante il rendimento inferiore?
Alla fine, Giovanni ha deciso di puntare sul BTP 2,45-01ST33, con un rendimento netto del 3,28%. Una scelta che a prima vista può sembrare conservativa, ma che in realtà riflette un’analisi accurata dei fattori di rischio.
Uno degli aspetti fondamentali è la duration modificata dell’EIB Green Bond, pari a 5,38. Questo significa che l’obbligazione messicana non solo era più esposta al rischio valutario, ma anche alle variazioni dei tassi d’interesse. Se il mercato avesse subito scosse improvvise, la sua posizione sarebbe stata più vulnerabile rispetto a quella di un BTP in euro, più stabile e prevedibile.
Infine, un aspetto spesso sottovalutato: il rateo netto, ovvero gli interessi maturati nel tempo. Anche su questo fronte, la maggiore complessità dell’obbligazione in peso messicano avrebbe reso più difficile ottenere benefici immediati.
La scelta di Giovanni è stata guidata da una visione di lungo periodo, evitando il rischio di vedere il proprio guadagno eroso dal mercato valutario. Tu, al suo posto, cosa avresti fatto?