O l’uno, o l’altro: Assegno di Inclusione e Carta Dedicata a Te non possono essere emessi alla stessa persona. Il motivo è serio
Introdotto dal Decreto Lavoro 48/2023, l’Assegno di Inclusione è la forma di sostegno economico che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza ed è rivolto ai nuclei famigliari al cui interno ci sia almeno un componente minorenne, con più di 60 anni di età, disabile o in condizione di svantaggio ed inserito in un programma di cura dei servizi socio-sanitari territoriali.
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La Carta Dedicata a Te, invece, è una carta solidale per l’acquisto di beni di prima necessità a sostegno di famiglie che ne hanno bisogno e possono riceverla i nuclei famigliari con ISEE inferiore a 15mila euro annui, purché siano residenti in Italia. Chi però già riceve l’AdI, non può percepire questa seconda misura di sostegno al reddito: qual è il motivo.
O l’Assegno di Inclusione, o la Carta Dedicata a Te: la motivazione è seria
Il governo ha deciso di introdurre questo out-out così che si garantisca che benefici della Carta Dedicata a Te siano mirati verso quei nuclei famigliari che non ricevono alcun altro tipo di sostegno economico. In questo modo, quindi, sommando la platea di beneficiari dell’Assegno di Inclusione e quella della Carta Dedicata a Te si arriva ad un numero considerevole di cittadini aiutati, che scenderebbe drasticamente se si desse la possibilità di percepire entrambe le misure di sostegno al reddito. Inoltre, i due aiuti hanno requisiti diversi d’accesso: nel caso dell’ISEE, infatti, l’AdI ha un limite massimo di 9360 euro, mentre la Dedicata a Te abbraccia al suo interno tutti i nuclei con reddito massimo di 15mila euro. Ciò significa che una famiglia potrebbe avere diritto alla seconda e non al primo e questo, se si potessero percepire entrambe le misure contemporaneamente, potrebbe creare confusione e difficoltà procedurale.
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Se questo della prevenzione della duplicazione dei benefici è un punto a favore della Carta Dedicata a Te, questa misura di sostegno al reddito comunque non è esente da molte critiche. Innanzitutto, si stima che almeno 6.2 milioni di famiglie siano escluse dalla misura a causa dei suoi requisiti, che oltre al reddito prevedono anche una famiglia composta da almeno 3 componenti. Inoltre, tanti cittadini che la percepiscono sostengono che i criteri di assegnazione non tengano conto del costo della vita locale e delle specifiche condizioni economiche dei nuclei che la ricevono, problema a cui si aggiunge quello delle limitazioni nella spesa: con la Carta si possono acquistare solo beni alimentari, ma dalla lista sono esclusi alcuni prodotti che, secondo la cittadinanza, meriterebbero di rientrarvi.
Altra critica è quella dell’identificazione dei beneficiari della Carta: la lista, infatti, viene individuata dall’INPS in modo automatico e non c’è la possibilità, per un nucleo famigliare, di presentare la propria domanda. Ciò, però, esclude chi ha già presentato una certificazione ISEE. Anche in merito alle tempistiche e alle risorse c’è molta amarezza: i fondi, infatti, saranno disponibili per i beneficiari solo a partire da settembre e, soprattutto, il budget stanziato è considerato insufficiente per la copertura di tutte le domande. Molte famiglie, quindi, resteranno senza sostegno.
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Infine, una critica generale è quella che sostiene che la Carta Dedicata a Te sia una misura estremamente superficiale per il contrasto alla povertà, poiché non ne affronta le cause strutturali e, piuttosto, cerca di arginare il problema così come un cerotto proverebbe a contrastare un’emorragia, in modo superficiale e di certo insufficiente.