Percettori di reddito di cittadinanza: la pacchia è finita per i furbetti, controlli Inps a tappeto

Brutte notizie per i percettori di reddito di cittadinanza, che saranno sottoposti a controlli severi da parte dell’INPS.

L’obiettivo dei nuovi controlli, a cui saranno sottoposti i percettori di reddito di cittadinanza, è quello di scovare i furbetti. Ovvero coloro che si appropriano indebitamente della misura, pur non avendone diritto.

Percettori di reddito di cittadinanza
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Nel corso degli ultimi due anni, in più occasioni, i controlli condotti dall’INPS e dalle forze dell’ordine hanno fatto emergere un numero elevato di furbetti che percepiscono il reddito di cittadinanza, pur non avendo i requisiti necessari. In questo caso, si configura il reato di truffa ai danni dello Stato, ma in molte situazioni è davvero difficile riappropriarsi delle somme di denaro erogate.

Per questo motivo, il reddito di cittadinanza è stato più volte messo sotto la lente di ingrandimento e additato dalle forze politiche contrarie, che reputano questa misura inutile e dannosa per lo Stato.

L’istituto previdenziale ha deciso di effettuare controlli molto più severi sui percettori di reddito di cittadinanza. Lo scopo è quello di individuare tempestivamente le persone che si appropriano della somma di denaro erogata mensilmente, pur non avendone diritto.

Le procedure di verifica sono state previste da un protocollo del Ministero della Giustizia. I controlli riguarderanno sia i nuovi percettori che coloro che già da tempo ricevono il sussidio economico.

Percettori di reddito di cittadinanza: in arrivo controlli severi da parte dell’INPS

Secondo quanto stabilito dal regolamento, l’istituto previdenziale ha il compito di inviare al Ministero della Giustizia l’elenco dei nomi dei percettori del reddito di cittadinanza aggiornato di volta in volta.

Infatti, è compito del Ministero della Giustizia verificare se i richiedenti hanno condanne penali, che li rendono incompatibili con l’erogazione del sussidio economico.

Per essere esclusi dal diritto al reddito di cittadinanza occorre che il richiedente sia protagonista di una condanna penale, con sentenza emessa nel corso degli ultimi dieci anni.

I reati a cui si fa riferimento sono espressamente indicati nel comma 3 dell’articolo 7 del decreto legge numero 4 del 2019. Essi fanno riferimento ai reati di truffa per conseguimento di erogazioni pubbliche, per omessa dichiarazione delle variazioni di reddito o dichiarazioni false per ottenere sussidio.

L’intera procedura di controllo avviene nel rispetto delle normative vigenti sulla privacy. Infatti, lo scambio di informazioni avviene garantendo l’anonimato: solo quando si riscontrano delle anomalie, si risale al nome del soggetto che percepisce indebitamente il reddito di cittadinanza.

Le conseguenze in caso di reato penale

Secondo le direttive che disciplinano il reddito di cittadinanza non è possibile erogare il suddetto sussidio a coloro che hanno condanne penali entro i 10 anni. Pertanto, per i cittadini che percepiscono il sostegno economico, ma hanno anche una condanna penale, è prevista la revoca del reddito di cittadinanza o il rifiuto della domanda di accesso.

La revoca può avere efficacia retroattiva, costringendo il percettore a restituire tutte le somme di denaro ricevute indebitamente.

Un altro caso previsto dalla legge e per il quale è necessario procedere alla revoca immediata nella misura, riguarda tutti coloro che sono colpevoli di dichiarazioni o documentazioni false. Anche i cittadini che omettono le dichiarazioni rischiando la reclusione in carcere da 2 a 6 anni non possono accedere al reddito di cittadinanza.

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