Non serve perdere tempo, basta una percentuale di invalidità molto bassa per avere un cospicua somma. Arrivano le mensilità che piacciono!
Sicuramente godere di un’ottima salute è quello che si spera, ma quando non è così, richiedere delle agevolazioni e dei vantaggi di ausilio, è un diritto che il Welfare deve pienamente soddisfare. Uno Stato Sociale che si rispetti è conscio delle esigenze dei propri cittadini. Per cui porre in essere questi strumenti, è quel che serve loro non solo per arrivare a fine mese, ma anche per vivere meglio. Ad oggi le difficoltà sono molteplici, nonostante ciò non bisogna scoraggiarsi, poiché in un modo o in un altro, si trova una soluzione. Anche chi ha una percentuale di invalidità molto bassa non deve pensare di non aver diritto a nulla: 500 euro gli spettano, eccome!
La conferma è dichiarata al 100%, ma con una percentuale di invalidità ancor più… bassa! Tra valori, conteggi ed assegni mensili, chi è in difficoltà può tirare un respiro di sollievo. Sicuramente, può avere dalla propria vantaggi e aiuti non di poco conto, proprio in seguito ad una rivalutazione della propria posizione. Gli invalidi sono una parte della collettività che ha la sua importanza. Tutti i membri della società hanno il loro valore, e proprio per questo bisogna riconoscere gli aiuti quando sono necessari.
Questa è la ratio che guida l’assegno di 500 euro anche per chi non soddisfa un valore di invalidità elevato o che comunque non arriva al 100%. Chi è sottoposto a regime di Legge n.104 del 1992 ha delle agevolazioni anche in ambito previdenziale. Quindi, può andare prima in pensione con una situazione più flessibile, ci sono meno rigidità all’accesso, e non solo.
Ma quali sono le percentuali alle quali fare riferimento? C’è un sistema contraddistinto da parametri e criteri, i quali fungono da punti di riferimento all’interno del contesto.
Vantaggi da non perdere anche per una percentuale di invalidità molto bassa!
Se si pensa che sia il 74% il valore basso da considerare, ci si sbaglia di grosso, perché è un altro il numero di riferimento! Questo non significa che non valga. Anzi, va ribadito che nel caso della pensione e delle maggiori agevolazioni, è proprio questo valore ad essere la chiave d’accesso. Nel caso dei 500 euro però, si può avere anche una percentuale di invalidità più bassa. A quanto ammonta? La dichiarazione dell’INPS porta buone nuove, e i contribuenti non possono lasciarsela scappare.
Si può ottenere il sussidio di 500 euro, ma a delle condizioni ben precise. Innanzitutto, è vero che non serve avere un livello di invalidità elevato. Infatti, il valore del 74% non è un limite, perché è pur sempre una possibilità maggiore di ottenere aiuti. Ma per chi ha un valore del 67%? Anche questa categoria può ottenere degli ammortizzatori sociali “d’impatto”, cioè atti ad avvantaggiarlo nel contesto sociale, ma il valore di riferimento di cui si sta tanto parlando, è un altro!
Si tratta di un’invalidità del 46%! Insieme a questa condizione è però necessario inserirne altre. Si tratta di poter percepire il tanto discusso e chiacchierato Assegno di inclusione. Cosa serve? Oltre ad avere un valore così basso, bisogna che si tenga in considerazione la situazione di una persona con 60 anni d’età, o al contrario, non ancora maggiorenne. Quindi, se si hanno tra i 18 e i 50 anni, ecco che si è esclusi a prescindere dalla misura.
Segue anche il trattarsi di cittadini presi a carico dal Sistema Sanitario o dai servizi sociali. O ancora, si parla di persone con carichi di cura all’interno del proprio nucleo familiare. Una famiglia che ha almeno un componente tra tutti gli elementi messi in elenco, può chiedere il citato ausilio. Per quanto poi concerne il calcolo totale, questo è frutto del meccanismo della scala di equivalenza che un tempo era alla base dello stesso RDC.
Non bisogna però tralasciare un’incongruenza, ci vuole una percentuale di invalidità al 67%. Allora, come si fa a rientrare con il 46% ? La risposta è la seguente: se la percentuale è inferiore al 67% ma comunque maggiore al 45%, il cittadino in questione, può essere preso in carico dai servizi sociali del suo Comune di residenza! Quindi, entra in gioco la figura dell’assistente sociale come ausilio. Sarà lui stesso che, preso in carico il cittadino, solleciterà di conseguenza l’INPS delle necessità di aiuto del proprio assistito.