Confermata anche per il 2025, rimane attivo il contributo di 275,38 euro mensili per i soggetti in difficoltà inserito nella Legge 178 del 2020.
All’interno del triennio 2021-2023, in fase sperimentale, è stata istituita una sorta di cassa per tutti quei cittadini che si siano ritrovati in difficoltà economiche, cassa istituita in realtà nel 2020 con la Legge di bilancio 2021, la numero 178, e poi confermata anche per il 2024. Stiamo parlando effettivamente di un’indennità semestrale, che può essere richiesta una sola volta in tre anni e che risulterà pari al venticinque per cento dell’ultimo reddito dichiarato. Ovviamente per ottenere il contributo bisogna rispettare dei requisiti soggettivi.
Ad esempio per il 2024 è stata destinata a chi abbia prodotto un reddito inferiore al settanta per cento della media dei redditi conseguiti nei due anni precedenti a quello dell’inoltro della domanda e che abbia dichiarato, sempre nell’anno precedente a quello della richiesta, un reddito comunque non superiore a dodicimila euro. L’erogazione continua per sei mesi per un importo minimo di 275,38 euro da aggiornare secondo l’indice ISTAT-FOI, che riguarda i prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati.
ISCRO, gli importi possono salire. Sarà confermata anche nel 2025
La finestra temporale per richiedere l’ISCRO, l’Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa, si è chiusa lo scorso 31 ottobre, come avvenuto di consueto dal 2021 in poi. Anche quest’anno è stata concessa la cassa di integrazione per gli autonomi che abbiano visto calare drasticamente il proprio fatturato di recente e che si ritrovino in condizioni economiche precarie. Gli iscritti alla Gestione separate INPS hanno ricevuto un’indennità semestrale pari al venticinque per cento dell’ultimo reddito dichiarato; gli importi vanno da un minimo di 275,38 euro a un massimo di 881,23 euro (soglie fissate nel 2023).
La misura di sostegno è stata introdotta grazie alla Legge di bilancio 2021 per il triennio 2021-2023 ed è stata poi confermata anche per il 2024, seppur con parametri e requisiti differenti.In generale il professionista dev’essere in possesso di partita IVA da almeno tre anni (dalla data di presentazione della domanda) e non dovrà percepire né trattamenti pensionistici né assegno di inclusione per l’intero periodo di erogazione del sussidio.
Almeno per il momento è certo il rinnovo per il prossimo anno, visto che l’indennità è stata messa ormai a regime; non sono previsti colpi di scena con la nuova Legge di bilancio.