Tutti i pensionati e le pensionate d’Italia devono regolarizzare la propria situazione contributiva: il punto sulle sanzioni
La Manovra finanziaria 2025, tanto attesa e chiacchierata negli ultimi mesi del 2024, è stata approvata definitivamente nel corso degli ultimi giorni dell’anno ed ha apportato alcune importanti modifiche in molti ambiti, da quello dei bonus e delle agevolazioni fino a quello delle pensioni. Stanziati quasi 2 milioni di euro per l’aumento degli assegni INPS delle minime, per esempio: ecco il punto sulle sanzioni.
In merito alla propria situazione contributiva, in Italia sono soprattutto due le categorie che devono obbligatoriamente regolarizzarla: si tratta dei lavoratori autonomi e delle imprese che, soprattutto nel caso in cui ci siano delle irregolarità in relazione ai pagamenti dei contributi previdenziali, devono farlo rapidamente, così da non incappare nelle sanzioni.
La prima situazione in cui è obbligatorio regolarizzare la propria situazione contributiva è quella della richiesta del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC), spesso posta dall’ente previdenziale ad una determinata azienda. Entro 15 giorni dalla richiesta del DURC, la posizione va regolarizzata: se non accade, si rischia l’emissione di un DURC negativo. Anche nel caso in cui l’ente previdenziale rilevi una debitoria mediante delle verifiche ispettive si suggerisce di regolarizzare subito la propria posizione contributiva, così da evitare pene più severe. Infine, lo si deve fare quando si è inadempienti in relazione al versamento dei contributi, poiché le sanzioni crescono con il passare del tempo.
Le sanzioni relative alle inadempienze contributive variano a seconda della gravità del reato e alle modalità con cui si regolarizza quest’ultimo. In caso di ritardo o omissione nel pagamento dei contributi, per esempio, la sanzione civile può arrivare fino al 40% dell’importo dovuto. Se, però, si paga entro il 30esimo giorno dalla contestazione, la sanzione scende del 50%.
Nel caso in cui, invece, l’inadempienza venga sanata prima di qualsiasi contestazione formale, allora la sanzione può essere ridotta all’osso. Chi regolarizza con velocità, beneficia di una penale che è pari al tasso ufficiale di riferimento, aumentato di 5,5 punti percentuali. Diversa, infine, la situazione in cui l’omissione supera i 10mila euro annui: in questo caso, si configura non solo una sanzione civile ma anche un illecito penale e si rischia una condanna alla reclusione fino a 3 anni.
Aggiornamenti in tema lavoratori e bonus, cosa propone il Governo? Non si tratta solo di…
Oggigiorno è possibile andare in pensione grazie ai Bitcoin: scopriamo meglio come funziona, con un'idea…
Quanto incideranno i nuovi parametri sulla pensione che riceverai? Ecco come questo aggiornamento può influenzare…
Tra target price, percentuali di giudizi positivi e aspettative di crescita, ecco i dati più…
I mercati europei mostrano indici in calo per l’Europa: come dirottare gli investimenti in un…
Ti sei mai chiesto perché la tua NASpI non arriva puntuale? Potresti aver dimenticato un…