Il pagamento delle pensioni è a rischio, tra 8 anni i soldi per pagare gli assegni potrebbero non bastare, è questo lo scenario al quale potremmo assistere. Ecco di cosa si tratta.
Il pensionamento anticipato è una misura utile a numerosi lavoratori che possono permettersi di uscire dalla vita lavorativa ad un’età inferiore rispetto ai casi ordinari. Tuttavia, queste misure, non sono del tutto favorevoli per le casse dello Stato.
Si prospetta, infatti, un alto rischio di dissesto finanziario qualora il nostro Paese continui a permettere ai lavoratori di andare in pensione prima del tempo, in mancanza di alcuni versamenti contributivi.
Tale scenario è confermato anche dall’OCSE, infatti, dai sondaggi fatti, risulta che negli ultimi 10 anni l’età media del pensionamento italiano è stata di 61,8 anni.
Il pagamento delle pensioni è a rischio: tra 8 anni i soldi potrebbero non bastare
L’allarme in merito ai pagamenti delle pensioni è stato lanciato in passato più volte anche da Bankitalia e dalla Corte dei Conti: tali istituzioni hanno infatti richiamato più volte i problemi relativi al sistema pensionistico. Per il 2021, infatti, l’INPS ha anticipato che chiuderà il bilancio relativo all’anno 2021 con un disavanzo di circa 20 miliardi di euro dovuti soprattutto alla situazione pandemica.
Il presidente dell’INPS Pasquale Tridico in merito a tale dichiarazione ha affermato che: se si continuerà ad impiegare le misure di pensionamento anticipato per il 2029 il disavanzo nella gestione pensionistica potrebbe arrivare a pesare circa 45 miliardi di euro.
Il rischio nel dettaglio
In questo scenario preventivato si rendono più necessari che mai degli interventi concreti al fine di evitare il rischio legato al mancato pagamento delle pensioni per il 2029. Il pericolo più grande infatti è quello di ritrovarsi con un gettito contributivo incapace di sostenere il pagamento delle pensioni.
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Una soluzione a questo problema, sarebbe la possibile introduzione di penalizzazioni per i cittadini che accedono alla pensione anticipatamente. In questo caso, si darebbe al lavoratore la possibilità di lasciare il lavoro prima rispetto a quanto stabilito dalla Legge Fornero a patto che la pensione venga interamente calcolato con il sistema di calcolo contributivo anche per i contributi versati prima del 1996.
Tale strada, sarebbe la migliore per riuscire ad evitare che i giovani lavoratori di oggi possano pagarne il prezzo un domani.