Gli ultimi mesi di lavoro del Governo hanno visto sul tavolo la questione pensioni. Un sistema da rifare secondo alcuni.
Cosa succede nel nostro paese in merito al tema delle pensioni? Il Governo Draghi trai i mille impegni assunti nel corso del suo mandato fino a questo punto ha come traguardo più che mai urgente la formulazione di una nuova dinamica che vada ad investire il sistema pensionistico. La struttura dell’impianto finora conosciuto non assicura quella efficienza e linearità che dovrebbe, e tra l’altro non è in grado secondo alcuni di assicurare un equo trattamento per tutti, lavoratori e non. Si torna quindi a discutere di un tema che negli anni passati ha caratterizzato l’opera di numerosi esecutivi.
Al momento, ciò che è certo è che iniziative come ad esempio Quota 100 saranno messe al bando, cosi come teoricamente previsto in fase di lancio dell’operazione per il pesante impatto sulle casse dello Stato. Il Governo cerca nuove soluzioni non per forza fortemente penalizzanti sotto il profilo dell’impiego di capitale pubblico. I lavoratori si avviano sempre di più ad un concetto di pensione spostato sempre più in la negli anni, questo non sempre va bene, non sempre risulta opportuno, considerata anche la vastità di tipologie di impiego. Per intenderci, non tutti i lavori possono essere svolti allo stesso modo ad una certa età.
Alcune proposte valutano la possibilità di anticipare l’età pensionabile rinunciando in fase iniziale o per quel che riguarda l’intero trattamento ad una parte di importo mensile. Il traguardo dei 20 anni minimi di contributi previdenziali versati rappresenta in ogni caso lo scoglio da superare in ogni caso per avere la possibilità di godere di una pensione quantomeno dignitosa. Restano, almeno in teoria le varianti per quel che riguarda le lavoratrici, che potranno di fronte ad una certa età maturata, in quanto a contributi versati ed età biologica. Quota 100 rosa andrà a prevedere l’accesso alla pensione a 62 anni con 36 anni almeno di contributi versati, tenendo conto anche del lavoro svolto in casa, di cura, insomma, per la famiglia.
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Quelli che al momento sembrano tagliati fuori da ogni logica sono i nati negli anni ottanta, gli attuali quarantenni insomma. Per loro che hanno avuto la possibilità di approcciarsi ad un sistema lavoro completamente rivoluzionato rispetto a quello al quale hanno avuto accesso genitori e nonni, non sembra esserci soluzione, almeno nell’immediato. Il rischio concreto è quello di arrivare alla pensione a 70 anni e forse anche di più, stando agli attuali riferimenti pensionistici. Il Governo, insomma è chiamato a risolvere una questione per niente semplice. I lavoratori, tutti, attendono.
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