La questione pensione negli ultimi mesi è salita spesso agli onori delle cronache. Nuove ipotesi, nuove visioni, nuove riforme.
Negli ultimi mesi si è fatto un gran parlare di pensioni, di riforme e di nuove modalità di impostazioni per far in qualche modo ripartire un sistema che negli ultimi anni ha subito non pochi colpi. In questa fase, il Governo è impegnato principalmente a concepire nuove soluzioni considerata la decisione presa di mandare in soffitta soluzioni come Quota 100, e considerato che andando di questo passo con le famose rivalutazioni che partiranno da gennaio 2022 si arriverà ad una spesa davvero insostenibile per le casse dello Stato. L’esecutivo, dunque è al lavoro, e promette grosse novità per il futuro prossimo.
Il nodo sotto alcuni punti di vista sembrano essere le pensioni anticipate, cosi come è successo per l’Opzione Donna di cui si è tanto parlato negli ultimi tempi. Il rischio più grande, al momento più che concreto riguarda la mancata copertura per i quarantenni di oggi, una fetta di lavoratori completamente tagliata fuori da ogni discorso, da ogni confronto tra le parti da ogni logica inerente all’argomento centrale. Ad oggi, i giovani lavoratori stando a recenti sondaggi apparsi sul web nella maggior parte dei casi nemmeno pensano alla pensione, demotivati e del tutto fuori da determinate logiche.
Pensioni: cosa sarà dei quarantenni di oggi?
Al vaglio del Governo ci sono inoltre le posizioni dal presidente di Inps Tridico che nelle scorse settimane si era espresso in favore di un modello per favorire i giovani magari sostenuto da altri provvedimenti che andassero in qualche modo ad alleggerire anche la pressione fiscale e quant’altro su chi sta iniziando in qualche modo a progettare il proprio futuro, come i giovani neo laureati, ad esempio. Il Governo chiaramente, tenendo conto dei suggerimenti del numero uno di Inps farà in modo di valutare eventuali soluzioni che accontentino tutte le parti coinvolte e soprattutto, chiaramente i giovani lavoratori.
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La pensione flessibile, anticipata e a tappe proposta da Tridico potrebbe essere dunque la giusta soluzione considerato che al momento oltre a valutare il futuro degli attuali sessantenni non ci sono grosse novità. La situazione prevedrebbe, al momento, vede coloro i quali hanno iniziato a lavorare dopo il 1995 impossibilitati a ricevere anche la pensione minima, quella dei famosi 515 euro mensili, per intenderci. Situazione drammatica, insomma, per una fetta di lavoratori, per il futuro del nostro paese che di fatto un futuro non ce l’ha. Si attendono risposte, si attendono iniziative, il Governo è al lavoro e presto potrebbero esserci importanti novità.