Fatiche da Ercole o da Hercule Poirot? Che sia la classicità o il giallo moderno non fa specie: i temi pensioni a stipendi 2025 hanno una trama tutta da scoprire.
Cosa rende complicata la situazione? Un quadro sociale davvero complesso da “risollevare”. La crisi economica sta decisamente svantaggiando in ogni modo e dove i cittadini. Non esiste una sola parte dell’Italia in cui l’aumento dei prezzi non abbia causato danni e disperazione. C’è un modo per ottenere questi 120 euro in più, soprattutto dopo la notizia dei vari tagli fiscali. Valgono per tutti?
Prima di svelare le novità più importanti, occorrerebbe fare il punto della situazione, senza dimenticare passo passo, come il cittadino medio si sia ritrovato in una situazione così devastante. L’inflazione causa l’aumento costante del livello dei prezzi, un guaio se i salari e le pensioni non seguono il trend di crescita. Ma come può lo Stato provvedere a queste spese se non ne ha le risorse? È qui che bisogna racimolare da ogni dove quanto necessario.
Soprattutto occorre sapere “chi” può raggiungere questo prestigioso bottino. Pochi fortunati o una buona fetta di contribuenti? La Legge di Bilancio è la macchina normativa che smuove tutto: analisi concreta.
Come nel 2025 pensioni e stipendi aumentano: destinatari delle migliorie
Sostanzialmente con la nuova Legge di Bilancio e il 2025 in arrivo si assiste a novità, ma sarà questa a garantire un amento sia degli stipendi che delle pensioni? Il punto è anche capire come, per quanto tempo, e se è una misura che avvantaggia chi di dovere. Il quadro economico-sociale sopra delineato lascia intravedere una situazione delicata, perché a doverne fare uso dovrebbero essere più cittadini del previsto, non solo una nicchia.
Nicchia o larga platea? Tutto si intraverrà nei cedolini e nelle buste paga al netto, e se non è la Legge di Bilancio a determinare ciò, allora ci potrebbe essere un provvedimento ad hoc a determinarlo. Si agisce sulle tasse che sono ormai priorità del sistema. Perché se si agisse con il taglio al cuneo fiscale appena accennato, allora i 120 euro mensili potrebbero esser una garanzia.
La questione interessa sia dipendenti che autonomi, ma anche i pensionati, e si tratta nientepopodimeno che dell’IRPEF. La cosiddetta imposta sui Redditi delle Persone Fisiche si versa sui redditi generati dai contribuenti che nel 2024 son stati già abbastanza modificati. Da 4 si è andati a 3 scaglioni, generando un aumento di 260 nel 2024. Così, nel 2025 si potrebbe persino arrivare a oltre 1400 euro di risparmio sulle tasse: i 120 euro al netto in più.
Le percentuali sono rispettivamente 23%, 35%, e 43% su 28 mila, 50 mila e oltre questo importo in euro. Ma con il ritocco si passerebbe alle percentuali del 23%, 33% e 43% sui redditi fino a 28 mila euro, 60 mila euro e oltre questa somma. Quindi, al di sotto del primo importo non ci sono modifiche vantaggiose, è bene precisarlo. Sicuramente però queste condizioni allargano la platea di contribuenti che ne beneficiano.
Non si può non fare dei conti, perché chi ha redditi oltre i 60 mila euro avrà 1440 euro in meno di IRPEF da pagare. Di certo, costa abbastanza al bilancio, ma trattandosi di minore gettito per le casse statali, le coperture in questione sono essenziali. Allora, è la Legge di Bilancio in arrivo nel 2025 che indirettamente condiziona tutto questo: deve trovare le risorse per farlo. La stessa proroga del concordato preventivo biennale serve per incassare maggiori quantità e ricoprire l’ennesimo esborso dell’IRPEF.
In conclusione, la legge di bilancio e la proroga del concordato sono due elementi da non lasciarsi scappare, senza dimenticare la possibilità di un decreto ad hoc che tratti le novità.