Il testo della legge di bilancio 2025 è stato approvato dal Quirinale e depositato alla Camera, all’interno tante novità sulle pensioni.
Seguirà il principio dell’alternanza l’esame della manovra di bilancio 2025 e quest’anno, dopo l’approvazione al Quirinale, partirà dalla Camera. Dopo le audizioni con le commissioni Bilancio del Parlamento, la scadenza per gli emendamenti dovrebbe essere pianificata tra l’8 e il 10 novembre. Sono centoquarantaquattro gli articoli depositati, all’interno sono stati inseriti i vari interventi su riordino delle detrazioni, taglio del cuneo, revisione della spesa e, soprattutto, sulle pensioni.
I soggetti che riceveranno l’assegno dal prossimo anno sono quelli che rientrano nella fascia di età che va dai sessantadue ai sessantaquattro anni. E non solo perché dal testo si evince che gli importi pari o inferiori al trattamento minimo saliranno del 2,2 per cento nel 2025 e dell’1,3 per cento nel 2026 – nel 2024, ricordiamo, l’aumento previsto era del 2,7 per cento. Che cosa significa? Che le pensioni arriveranno a 617,9 euro, in crescita rispetto ai 614,77 attuali, conteggiando anche il recupero dell’inflazione all’uno per cento.
In pensione dai 62 ai 64 anni, cosa dice la nuova legge di bilancio
Il Governo guidato dalla premier Giorgia Meloni procede spedito verso l’approvazione della nuova legge di bilancio, all’interno però non ci sono tracce della tanto rumoreggiata riforma delle pensioni. Nel testo vengono confermati in realtà gli interventi di proroga dell’Ape sociale, di quota 103 e dell’opzione donna; questo permetterà ai lavoratori di cominciare a ricevere l’assegno pensionistico a partire da sessantadue, sessantatré e sessantaquattro anni.
Quota 103 è prolungata fino al 2025 consentirà a chi ha sessantadue anni (età minima) e quarantuno anni di contributi (anche qui, la soglia minima) di andare in pensione, senza però svolgere altre attività lavorative, visto che rimane il divieto di cumulare l’assegno pensionistico con altri redditi da lavoro autonomo o dipendente. Divieto che decade a sessantasette anni, viene imposta una soglia di cinquemila euro per prestazioni di lavoro autonomo occasionale.
I sessantatreenni (i nati fino al 1962) potranno invece sfruttare l’Ape sociale solo se rientrano tra le categorie indicate ovvero: caregiver, invalidi, disoccupati e addetti ai lavori gravosi – il minimo di contributi versati rimane di trent’anni. Per quanto riguarda la pensione anticipata contributiva, infine, sarà a disposizione anche per il prossimo anno, con limite di età fissato a sessantaquattro anni e contributivo a venti anni.