Dire addio al sogno previdenziale è una prospettiva terribile, ma con la nuova legge si rischia davvero grosso se non si fa attenzione anche ad un solo dettaglio!
Il tema della pensioni è più che scottante ormai, e ad ogni novità i cittadini non riescono a credere alle loro orecchie: cambiamenti repentini confondono la situazione! Fortunatamente, seguendo alcune pratiche guide, è possibile avere almeno in parte il quadro sotto controllo, nonostante le evoluzioni inedite. In questo caso, bisogna capire cosa succede alle pensioni con la nuova legge, e cosa significhi fare la scelta sbagliata.
Si parla appunto di nuove regole in gioco, le quali determinano cambiamenti nell’ambito dei requisiti da soddisfare. Tutto parte dalla Legge di Bilancio 2025, la quale ha consolidato delle modifiche importanti in diversi settori, soprattutto in quello di matrice previdenziale. Portare al termine il proprio percorso lavorativo, si complica?
Questo perché come accennato, ci sono dei parametri da soddisfare che precedentemente non erano stati considerati. Infatti, il rischio in cui si potrebbe ricadere, prima di leggere le news, parte proprio da questo. Appunto, il guaio è quello di non tenere conto delle effettive modifiche con le loro conseguenze, o peggio, non comprenderle appieno, provocando un rinvio all’istituto pensionistico.
Quanti sentono già un forte clima di tensione a causa di questa possibilità? Altro che pensione subito, qui si ricade in un tranello dal quale sarà molto difficile uscire. Quali sono questi nuovi requisiti introdotti dalla Legge di Bilancio 2025?
Con la nuova legge le pensioni cambiano: quali errori non commettere
Per prima cosa bisogna considerare di quali requisiti pensionistici stiamo parlando in relazione alla modalità prescelta per andare in pensione. È in questo paragrafo che si analizza la tipologia di trattamento previdenziale che maggiormente viene condizionata dalla Legge di Bilancio 2025 con le sue novità. Appunto, la questione non riguarda tutti indistintamente.
La prima modalità previdenziale a subire modifiche è l’aumento dei requisiti per quella definita “anticipata”. Ed è un grosso guaio, perché è l’unica che non riservava un vero e proprio requisito d’età, ed era quindi la più accessibile Infatti, la principale modifica la si ritrova nel fatto che a partire dal 2025, bisognerà aver maturato 25 anni di contributi, non più i 20 finora considerati. Quindi, a 64 anni, si potrà andare in pensione, ma con una diversa condizione contributiva.
Aumentano i requisiti, e di conseguenza la platea destinataria della misura, diminuisce. Per quanto concerne altre modalità, la Quota 103 rimane presente, permettendo di andare in pensione a 62 anni e 41 di contributi, ma è qui che si “casca dal pero”. Perché subentrano nuove restrizioni. Non si potranno accumulare redditi da lavoro dipendente o autonomo: c’è un limite di 5 mila euro per lavoro occasionale.
Lo stesso può dirsi per l’Opzione donna, perché è prorogata, ma solo per alcune tipologie di donne. Si tratta di disoccupate o caregiver, ma anche qui la “falce si restringe”, poiché ci sono requisiti “sottilissimi” da soddisfare, e le destinatarie sono poche.
Ma ci sono incentivi in questo quadro? Sì, con tanto di rischi però da non sottovalutare, ecco quali.
Sistema previdenziale ed innovazione, come cambia lo scenario del 2025
Rinviare il pensionamento non è così impensabile, il Bonus Maroni è una di quelle misure che condiziona questa prospettiva. Offre vantaggi fiscali a chi decide di non andare in pensione, nonostante si siano maturati i requisiti per quella anticipata. Viene promesso di lavorare senza penalizzazioni fiscali. La situazione mette i lavoratori al bivio: lavorare o no? Ma non finisce qui, troppi rischi.
Come già accennato, c’è il grosso rischio di fare scelte sbagliate davanti tutte queste novità. Confusione, tensione, e paura di perdere opportunità, non fanno ragionare proprio bene, specie su un tema così scottante. Procrastinare per alcuni può essere utile, per altri oltre ad essere un sintomo di ansia, potrebbe essere deleterio.
C’è però un punto da non sottovalutare, cioè la rivalutazione delle pensioni, e questa è prevista dalla legge. Ciò succede per gli assegni pensionistici in relazione all’inflazione, però non tutti i beneficiari sono destinatari dello stesso trattamento. Le rivalutazioni cambiano in relazione all’importo percepito, oltre che alla variabile economica. Come sempre, la pensione è “personale”, per alcune famiglie può essere un vantaggio con queste condizioni, per altre, assolutamente no.
Cosa si evince? Che informarsi sulle novità della Legge di Bilancio 2025 è essenziale. Mossa a cui segue il valutare con sangue freddo la propria situazione, mediante una pianificazione previdenziale accurata.