Pensioni basse, la possibilità di avere un aumento consistente c’è grazie al Decreto 252, bisogna solo rispettare gli iter per la richiesta
Le pensioni sono troppo basse. Il tema è all’ordine del giorno, una delle problematiche più spinose anche per la politica italiana. Nel 2024 abbiamo assistito a un rialzo del contributo minimo, un primo passo in avanti che non è affatto bastato a migliorare la situazione dei pensionati italiani.
Anche per il 2025 si aspettano rialzi, ma talmente minimi e concentrati solo sulle pensioni più basse che il punto rimane ancora spinoso. Probabilmente il Governo rivaluterà un metodo differente per non cadere nell’incostituzionalità, ma su questo argomento il dibattito è ancora aperto e non sapremo la scelta definitiva prima di fine anno.
Non tutti sono consapevoli del fatto che la pensione può essere integrata con un consistente aumento grazie al decreto legislativo 252/2005. Si tratta di una soluzione strategica per coloro che sperano in una pensione più sostanziosa, come una sorta di integrazione, certo non gratuita ma interessante nei casi in cui si abbiamo pensioni minime o comunque molto basse.
Il decreto legislativo 252/2005 dà la possibilità di integrare la propria pensione attraverso una previdenza complementare. Da quando è arrivato il calcolo contributivo sono nate anche più esigenze, che con la previdenza complementare dovrebbero diventare risolvibili garantendo una minima maggiorazione dell’assegno pensionistico.
Si tratta di un sistema di previdenza facoltativo che affianca quello obbligatorio gestito dall’INPS oppure dalle Casse professionali in base al caso. Si dà al lavoratore la possibilità di ambire a una pensione futura più cospicua, aggiungendo il pagamento di altri contributi oltre a quelli versati per il proprio lavoro. Una sorta di integrazione per la futura pensione. In sostanza si verseranno contributi ‘facoltativi’ che si aggiungono al fondo pensione. Tutti i soldi investiti, al momento della pensione andranno ad aumentarne il valore.
Per i liberi professionisti e i lavoratori autonomi, il versamento nei fondi pensione avviene attraverso contribuzioni personali: si decide una quota in base alle possibilità. Ovviamente, così come per quanto riguarda la pensione di vecchiaia, in base a quanti contributi aggiuntivi si saranno versati, aumenterà il tetto di pensione raggiungibile.
Si tratta di una pensione che si concretizza secondo gli stessi princìpi del regime pensionistico obbligatorio. Per quanto riguarda gli studenti universitari, possono valutare anche il riscatto di quegli anni, per inserirli nel fondo pensione, ma anche in questo caso bisogna valutare quanto vale l’investimento, caso per caso.
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