Le pensioni minime che aumentano per alcuni sono solo un miraggio: non è tutto ora quel che luccica, al contrario.
Le pensioni sono sempre al centro dell’attenzione, tra regole nuove, riforme, tasse etc. E poi ci sono quelle regole all’apparenza non trascendentali ma che possono addirittura cambiare la vita alle persone.

Aumenti sulle pensioni promessi, aumenti mantenuti ma soprattutto per chi ha la fortuna di avere un reddito di tutto rispetto. Cosa succede, invece, a chi a malapena riesce a prendere la pensione minima e fatica ad arrivare a fine mese? Le soglie critiche sono sottili, e può scattare l’inganno anche se non voluto. Un inganno oggettivo. Perché se è vero che anche le minime hanno avuto piccoli aumenti, è altrettanto vero che questi inevitabilmente spostano anche i requisiti per ottenerle.
Un calcolo sottile ma chiarissimo, una donna, Laura, che chiede alla Cgil di controllare il suo cedolino sulla pensione. E il responso che non si sarebbe mai immaginata. Oltre al danno, la beffa. E per pochi euro. Sì, perché parliamo di cifre già basse con le quali devono fare i conti i pensionati che non riescono ad arrivare a fine mese.
Pensioni: davvero quelle minime sono aumentate?

“Ci sono pensionati che prendono 600 euro al mese, sono cifre che non permettono di vivere”. Lo racconta al Resto del Carlino Patrizia Massaccesi, segretaria della Camera del lavoro Cgil di Falconara e Chiaravalle. L’esempio che fa è il riassunto di una situazione che ha del paradossale perché se è vero che le minime sono aumentate, è altrettanto vero che che il miraggio di qualche spiccio in più sull’assegno mensile si trasforma in un incubo, un inganno che i pensionati che vivono sulla soglia di povertà non meritano.
E questo perché? Semplice, esistono delle soglie di reddito entro le quali non si paga la tassa Irpef sulla pensione, 8.500 euro per la precisione, Oltre quella cifra si pagano le tasse in base ai redditi. La donna che collabora con la Cgil racconta di un’altra donna che si è rivolta a lei per controllare il cedolino. Prendeva la minima, circa 600 euro e si lamentava che ora prendeva ancora meno. No, nessun errore, purtroppo. La realtà era che l’aumento l’aveva fatta rientrare in una fascia nella quale si inizia a pagare l’Irpef. E, sempre secondo la sindacalista, ogni giorno le si presentano casi simili. Di disperazione.
Anche chi prende 1.100 o 1.200 euro fa fatica a pagare tutte le spese mensili, figuriamoci gli altri: molti chiedono prestiti, altri rinunciano a curarsi. Dal 2022 il reddito da pensione fino a 8.500 euro è esente da Irpef, indipendentemente dall’età. Gli stessi redditi sono esentati anche dalle addizionali regionali e comunali. Un pensionato con un reddito annuo di 8.500 euro non pagherà nessuna tassa.