Doppio bonus per i pensionati, il bonus Maroni verrà potenziato sul versante fiscale. Non poteva esserci notizia migliore
Poiché l’Italia è uno stato con un’età media piuttosto avanzata, è facile intuire che il numero di cittadini che sussiste grazie alla propria pensione è considerevole, quindi il tema previdenziale è cruciale nell’economia dello Stato. Proprio in tal senso, in queste ore è emersa una novità che rallegrerà quanti hanno già concluso il proprio percorso lavorativo e ora si dedicano alla famiglia e al riposo: potenziato il bonus Maroni.
Ciò di cui parliamo oggi è una delle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2025, quindi al momento si tratta di una previsione che diventerà ufficiale solo al momento dell’entrata in vigore della legge. Tra i punti salienti della prossima manovra ce n’è anche uno che interessa i pensionati: l’0biettivo è convincerli a ritardare la pensione.
Il bonus Maroni, creato per ritardare l’uscita dal lavoro e quindi il pensionamento, assicura un aumento dello stipendio netto mediante un esonero contributivo a chiunque faccia questa scelta e lo si può richiedere sul sito internet dell’Inps. Nel 2025, con la nuova Legge di Bilancio, questo bonus verrà potenziato: l’accredito contributivo della quota dei contributi a carico del lavoratore, che è pari al 10% e che viene versata dal datore di lavoro in busta paga così che aumenti lo stipendio netto, nel 2025 verrà del tutto detassata.
In secondo luogo, potranno usufruire del bonus Maroni non solo coloro i quali hanno maturato i requisiti per accedere a Quota 103, ma anche i lavoratori che hanno 42 anni e 10 mesi di contributi, o 41 anni e 10 mesi per le donne, entro il 31 dicembre 2025. Per aderire al bonus Maroni sarà necessario presentare una richiesta formale mediante il sito dell’Inps o presso un patronato; dopo la domanda, l’ente previdenziale verificherà che sussistano i requisiti e a quel punto il datore di lavoro provvederà al versamento del beneficio economico.
Da un lato, chi aderisce al bonus Maroni gode di un immediato aumento dello stipendio e ciò per l’azienda significa anche continuità, poiché può continuare a godere dei propri dipendenti storici e, solitamente, più esperti e più affidabili. Dall’altro, però, significa anche essere consapevoli della riduzione dei contributi previdenziali versati in quel periodo, che implica una pensione più bassa. La scelta dipende infatti dalle condizioni del lavoratore e soprattutto dalle sue esigenze dal punto di vista economico: è meglio aumentare il proprio reddito nell’immediato o in futuro? Questo è il punto.
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