Crisi sociale in vista, le finanze sono un guaio per chi ha pensioni basse: denaro e risparmio, quanto si può ottenere dal beneficio?
A detta di tutti adesso non si sta benissimo, ma si potrebbe comunque star peggio. Il punto è che quel “peggio” sta arrivando come un fulmine a ciel sereno a devastare la situazione in atto. Le pensioni sono basse e questa non è una fatalità, ma una conseguenza che non lascia scampo nemmeno a chi ha smesso di lavorare. Il mondo è una giungla, specialmente nel settore occupazionale e previdenziale, ma per quale ragione si percepisce così poco? Non solo questo, perché si aggiunge il fatto che terminare la carriera in maniera dignitosa sembra non accadere mai. Pensione quando? La somma da 150 euro è una sorpresa, ecco per chi.
Non si tratta solo di percepire molto poco, ma anche di capire “quando”, perché pare proprio che ad andare in pensione saranno in pochissimi. C’è davvero una trafila complessa per consolidare la meta, e come se non bastasse sono tanti cittadini a ritrovarsi in questo contesto in continuo affanno. Ci si domanda perché, e la risposta giunge chiara e precisa: l’andamento inflazionistico sta pesantemente gravando sulle risorse previdenziali.
Le due variabili economiche sono legate, perché all’inflazione va adeguata la pensione. Com’è possibile allora che un elemento aumenta di continuo e l’altro rimane piegato ad un regime così scarso? Poiché si tratta di un rapporto inversamente proporzionale, e per il semplice fatto che dietro una situazione già tragica, si nasconde dell’altro.
Potranno mai bastare 150 euro in più? Soprattutto ci si chiede chi può ottenerli e per quanto tempo. L’analisi della situazione corrente merita la giusta attenzione al fine di comprendere davvero quali sono le possibilità in atto.
Percepire pensioni basse non permette ai cittadini di vivere dignitosamente davanti un aumento così repentino e consistente del livello dei prezzi. L’inflazione unita ad un blocco della crescita economica, non possono che essere un incubo che diviene realtà. Come farà chi vive in affitto? Avere una casa di proprietà è un sogno irrealizzabile, figuriamoci se poi ci sono tutti questi costi da affrontare. Il punto è che quasi nessuno sa che se si rispettano alcuni requisiti non si ottengono solo 150 euro in più, ma anche una pensione migliore.
La parola magica che fa risollevare le finanze dei 67enni senza casa di proprietà, con pensioni basse, redditi altrettanto minuscoli, senza tanti soldi in banca, e con immobili di scarso valore, è quella di Assegno di inclusione, siglato ADI. Appunto, chi ha i requisiti appena citati, può davvero tirare un sospiro di sollievo, perché potrebbe ottenere un miglioramento senza precedenti. L’aspetto più interessante è che questa misura subentra per chi già percepisce una pensione o un altro trattamento da parte dell’INPS.
L’integrazione del reddito prevista è di 630 euro al mese con l’aggiunta dei 150 euro da investire nelle spese dell’affitto. Quindi, in totale si vola a 780 euro al mese! Come se non bastasse, ci sono anche altri requisiti da soddisfare. Non si può avere un reddito familiare che eccede i 7560 euro l’anno, a sua volta moltiplicato per il coefficiente di equivalenza in relazione alla sua condizione ISEE. Cioè in relazione ai componenti familiari, e il tetto massimo è di 9360 euro l’anno.
Va ricordato anche il patrimonio immobiliare, non può eccedere i 30 mila euro, mentre per quanto concerne il portafoglio del risparmio in banca i termini di riferimento non devono superare i 6.000 euro con l’aggiunta di 2.000 euro per ogni membro del nucleo familiare, fino a giungere i 10.000 euro.
In sostanza, chi rispetta i termini può ottenere oltre 630 euro, ancora ci sono pensionati che possono percepire oltre i 500 euro al mese di pensione, altri 150 euro di ADI. Ed infine, se si è in affitto, il ristoro di 150 euro è un diritto che non può decadere.
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