Pensioni, non c’è tempo da perdere: aggiornamenti in materia! Chi sono i destinatari delle ultime novità? Ecco cosa bisogna sapere.
Con l’argomento pensioni non si scherza, perché si tratta di tener in conto del frutto del proprio duro lavoro a seguito di anni e anni di carriera. Chi ha svolto la mansione che era già la sua passione può ritenersi fortunato, ma lo è decisamente anche chi ha ottenuto un’occupazione stabile da giovane, pur non essendo il suo sogno. La ragione? Negli ultimi tempi riuscire a stabilizzarsi appare quasi impossibile, e questa condizione dannosa si rilette sia sul presente che sul lungo periodo. Appunto, in direzione “pensione”. Nello specifico, si tratta una news poco piacevole.
Se già aspettare la stabilizzazione mette ansia, figuriamoci sapere che quella condizione per cui si cerca in tutti i modi di avvalersi degli anni di fatica per poi godere una meritata pensione non è destinata ad essere realtà. Il punto è che tutto questo non è per niente scontato, soprattutto dopo la conferma dell’ultima novità. Si tratta della tempistica in atto: si deve aspettare a lungo per ricevere il prossimo assegno. Non è una notizietta da bar, ma è la stessa INPS che mette in guardia i cittadini.
Il punto è che bisogna analizzare appieno la materia, perché il ritardo non è per tutti a prescindere. Ma viene penalizzata dal ritardo solo una categoria specifica di lavoratori. Non è una bella notizia, e proprio per questo bisogna informarsi per agire a tempo debito, o quantomeno prepararsi al peggio. Il motto “il meglio deve ancora venire” per chi è valido di questi tempi?
Pensioni, tutto è bloccato: l’INPS si pronuncia, ecco le conseguenze
Di certo, ci sono delle conseguenze di peso in merito alle ultime decisioni. Queste chiaramente influiscono sullo stile di vita della categorie di lavoratori colpiti, ma a quanto pare non sembrano essere solo loro quelli in difficoltà. C’è un intero sistema che vacilla perché poggiato su basi solo in apparenza solide, ma che si rivelano dei veri e propri scogli con cui è facile tagliarsi. Ogni settore lavorativo ha le sue scadenze, infatti non solo si “tarda” con l’assegno, ma ci sono categorie che per giunta, subiscono ritardi ancora peggiori!
Ancora una volta sono le donne a farsi carico delle peggiori conseguenze. I ritardi sono propri delle lavoratrici, nello specifico ci sono delle categorie che sono messe peggio. Tutto parte dalla certezza che la decorrenza dei pagamenti con Opzione Donna 2024 subirà dei ritardi importanti. E’ una delle misure in vigore per ottenere la pensione anticipata, ma a quanto pare… “non s’ha da fare!” La questione è posta in relazione al riconoscimento dei requisiti per ottenere questa forma previdenziale straordinaria perché in anticipo. La road map che segnala le diverse categorie però apre un quadro preoccupante.
Quali sono i requisiti per richiedere la pensione con Opzione donna? Aver maturato 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023, con 61 anni d’età. Entrano poi in gioco condizioni come l’essere caregiver, cioè occuparsi di una persona certificata con legge n. 104 del 1992, o essere esse stesse destinatarie della normativa con un’invalidità civile al 74%, o anche essere state licenziate da un’azienda in stato di crisi. In più, si può entrare prima in pensione, a 59 anni se la donna in questione ha subito i danni dell’azienda in crisi in cui lavorava o se si hanno due figli. A 60 anni va in pensione anticipata chi ne ha uno.
Il ritardo previsto è definito in base a quanto esplicato nella Legge di Bilancio 2024. Per le lavoratrici dipendenti e autonome i pagamenti pensionistici non sono giunti prima di febbraio 2024, mentre per quelle del settore pubblico la situazione è differente. La decorrenza del pagamento viene emanata nel momento in cui viene posta la domanda, e tra loro vi rientrano chi ha lavorato in ferrovia, alle poste, e nelle aziende elettriche. Seguono infine le lavoratrici del comparto scuola e del settore arti AFAM, le quali rispettivamente devono attendere settembre e novembre 2024.