Pugno duro da parte dell’INPS, ai percettori dell’assegno pensionistico verranno chiesti rimborsi. Previsti tagli dal dieci al cinquanta per cento.
Le indiscrezioni sono circolate con insistenza nelle scorse settimane, ora stanno arrivando le prime conferme. A quanto pare l’INPS ha deciso di fare sul serio, scendendo in campo in prima persona ed entrando a gamba tesa sul tema delle pensioni. Secondo quanto emerso online e sui giornali, arriveranno nel giro di pochi mesi tagli ingenti agli assegni, con percentuali che vanno dal dieci al cinquanta per cento degli importi. L’Istituto si muoverà principalmente attraverso conguagli e sanzioni, lo scenario si sta concretizzando rapidamente.
Per non parlare del fatto che alcuni assegni potrebbero essere direttamente trattenuti, al fine di compensare le relative imposte accumulate. Tra l’altro tutti i diretti interessati dovranno presentare certificazioni riguardanti il proprio conto corrente – nel caso in cui non fosse possibile andrà aperto per l’occasione – e moduli per dimostrare di essere ancora in vita. Insomma, un colpo di scena che avrà preso in contropiede i più; non resta altro da fare se non attendere di capire come si muoveranno le istituzioni coinvolte.
È scattata la richiesta di pagamento delle imposte non corrisposte per i pensionati che vivono all’estero ovvero quelli che finora hanno beneficiato di un assegno previdenziale più alto. In particolare, l’INPS si starebbe occupando dei cittadini italiani in Bulgaria, questi dovranno probabilmente pagare tutte le tasse che in questi anni, in definitiva, non hanno pagato. Un pensionato residente in Bulgaria, ricordiamo, può beneficiare dell’esenzione fiscale, compresa all’interno della convenzione bilaterale siglata nel 1998 con l’Italia.
Con la nuova interpretazione fornita dall’Istituto, l’esenzione si baserà sulla cittadinanza e non sulla residenza fiscale, per questo nei moduli da allegare per applicare la detassazione dovrà essere dimostrato il possesso della stessa. “In assenza di questa certificazione, i redditi di pensione saranno assoggettati alla tassazione nel nostro Paese secondo la vigente normativa italiana“, si legge nella circolare dedicata.
Un assegno pensionistico lordo di duemila euro in Italia corrisponde a un netto di circa millecinquecento euro; il netto dello stesso assegno in Bulgaria supera le milleottocento euro, considerando la flat tax al dieci per cento. All’orizzonte una serie di sanzioni, rimborsi e conguagli, con tagli agli importi che potrebbero andare dal dieci al cinquanta per cento.
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