Si cronicizza il problema dei tagli pensioni, inutile negare: il dramma è sotto gli occhi di tutti.
Per non dire che il problema si esaurisce nelle tasche dei contribuenti, dove attingere per ottenere la percentuale di guadagno o peggio, di risparmio che serve per sopravvivere? Guccini diceva che la “pensione è una cosa importante” nella celebre canzone l’Avvelenata, peccato che di veleno i pensionati ne stiano mandando giù, fin troppo. Scarsi rendimenti, impossibile ripresa.
Non è un quadro apocalittico quello descritto, ma sicuramente i tagli pensioni sono un danno importante. I cittadini sono alla frutta, ma il Governo ritiene che l’unica mossa possibile sia questa. Arrivano contestazioni importanti, di cui non se ne può non parlare. Anche perché significa battersi per i propri diritti.
È la CIGL a parlare di “bugie” da parte della governance per i lavoratori. Toni alti e parole non dette a caso, riguardano nello specifico il mancato superamento dei blocchi previdenziali che affliggono il Paese.
Non si tratta di contestazioni becere, ma di evidenti malumori che devono essere combattuti perché s’infrangono sulle speranze delle persone. Promesse mancate e situazioni difficili da gestire già nel breve periodo, figuriamoci se si estende lo sguardo all’orizzonte su altri fronti ben più lontani. Cosa emerge di preoccupante? Dati da incubo!
Slogan che parlavano apertamente del superamento della legge Monti-Fornero e 41 anni di contributi oggi falliti dopo le tre leggi di bilancio degli ultimi anni. Pensionamento a 70 anni? C’è chi la pensione nemmeno la vedrà, ed è confermato! Giovani, donne, chi compie lavori usuranti, i precari, e anche coloro i quali svolgono lavori di cura, avranno il peggio.
Meno del 15,7% delle pensioni anticipate, zero flessibilità nell’uscita, lo stesso per l’opzione Donna in seguito al taglio del 70,92% nel 2024, e nel 2025 sarà peggio. La Quota 103 è stata prorogata con ricalcolo contributivo, ma anche qui ci sono tagli sul calcolo. L’Ape sociale aumenta l’età, si giunge a 63 anni e 5 mesi come requisito.
Peggio, chi dal 2030 è destinatario del sistema contributivo, vedrà un aumento che non favorisce i giovani. Aumenta a 3,2 volte l’assegno sociale la soglia per accedere alla pensiona a 64 anni. Pensioni più povere nella maggior parte dei casi, e si conferma che nel 2027 i requisiti diventeranno ancora più rigidi. L’aumento di 3 mesi, e via dicendo, spingerà l’età sempre maggiore al pensionamento con assegni bassi.
L’Italia in Europa è il Paese più svantaggiato perché l’età cresce e le pensioni diminuiscono. Anche il settore pubblico verrà limitato, si giungerà a 67 anni con aumento per il sequestro del TFS/TFR. Revisioni delle aliquote per chi è iscritto alle CPDEL, alla CPS e CPUG, e ancora CPI. In sostanza chi fa parte di cassa enti locali, sanitari, ufficiali giudiziari o insegnanti di asili ed elementari parificate.
Non è previsto nessun rilancio per il sistema pubblico: si taglia al 25% il turn-over occupazionale. Tagli alla perequazione non più recuperabili. E l’evasione fiscale? Nessuna lotta prevista.
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