Gli importi degli assegni pensionistici salgono, l’aumento di 400 euro si avvicina, malgrado i ritardi. Ancora polemica invece sulle minime.
Potrebbe finalmente arrivare nei prossimi mesi il fatidico aumento delle pensioni, un incremento che il Governo vorrebbe inserire in una riforma fiscale in fase di studio e che potrebbe concretizzarsi a partire dalla prossima estate. Uno scenario che fino a poco tempo fa sembrava inimmaginabile, i beneficiari di assegno pensionistico possono sorridere. Tuttavia, rimane ancora d’attualità la questione legata alle minime, con le istituzioni che non sarebbero intenzionate a intervenire con ulteriori ritocchi – malgrado qualcuno ci speri ancora.
Almeno per il momento, all’orizzonte, non si intravedono integrazioni per chi percepisce pensioni inferiori ai 28mila euro annui, la riforma di cui si parla dovrebbe riguardare infatti solamente il cosiddetto ceto medio. Si attendono comunque sviluppi, visto che è al vaglio l’estensione della soglia massima del secondo scaglione, in modo da portarla fino a 60mila euro. Tuttavia, l’ipotesi potrebbe concretizzarsi solamente a patto che il Governo abbia le risorse necessarie e, appunto, l’intenzione di procedere in questa direzione.
Tra i fattori che possono incidere sull’importo dell’assegno pensionistico c’è innanzitutto la perequazione che, come i più ben sapranno, adegua annualmente le cifre al tasso di inflazione, garantendo un aggiornamento periodico. Il Governo però starebbe studiando una modifica dell’IRPEF che potrebbe portare vantaggi non indifferenti per i pensionati con un reddito superiore a una certa soglia. Una riforma fiscale vera e propria, che prevederebbe la riduzione dell’aliquota per alcune fasce reddituali. Vediamo quali nel dettaglio.
I redditi compresi tra 28mila e 50mila euro passerebbero dall’attuale 35 per cento al 33 per cento, il che vorrebbe dire poter mettere le mani su circa 440 euro annui. Un intervento simile da parte delle istituzioni era stato messo in campo nel 2024, con una riduzione delle aliquote per i redditi fino a 28mila euro. Insomma, a questo punto non resta altro da fare che attendere per capire se questo scenario possa effettivamente concretizzarsi. I pensionati incrociano le dita, anche perché sperano in un aumento sostanzioso ormai da parecchio tempo.
Niente da fare, sembra, per le minime. A quanto pare non ci sarebbero vantaggi aggiuntivi per chi percepisce pensioni inferiori ai 28mila euro annui. Non è da escludere comunque che si possa estendere il secondo scaglione di reddito fino a 60mila euro, aprendo agli incrementi anche per questa fetta di popolazione.
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