Pensioni: arriva in settimana la tripla mazzata, ormai è approvata “devi cambiare abitudini”

Non migliora la condizione dei lavoratori italiani che vogliono la pensione, anzi. In settimana è previsto l’arrivo di una tripla mazzata

Se c’è una cosa di estremamente complicato nel nostro Paese è sicuramente il sistema pensionistico italiano. Si tratta infatti di una serie di misure, norme, regole e obblighi che rendono particolarmente difficoltoso per un lavoratore capire quando potrà uscire dal mondo del lavoro e ricevere finalmente il tanto atteso assegno pensionistico.

Anziano preoccupato
Pensioni: arriva in settimana la tripla mazzata, ormai è approvata “devi cambiare abitudini” – Trading.it

Purtroppo però, non sono attese novità che possano migliorare di molto la situazione per i cittadini, anzi. Alcune modifiche potrebbero ulteriormente complicare questa importante tema, rendendo sconveniente e poco fattibile l’idea di uscire dal mondo del lavoro anticipatamente. La nuova Manovra potrebbe infatti peggiorare la situazione e rendere il sistema non solo poco vantaggioso, ma addirittura discriminatorio.

Nuova mazzata in arrivo sul fronte pensioni

Con le modifiche al sistema pensionistico, i lavoratori potranno accedere all’assegno anticipato una volta raggiunti i 64 anni, ma solo se rientrano interamente nel sistema contributivo. Si tratta della categoria di lavoratori che hanno iniziato il loro rapporto lavorativo dopo il 31 dicembre del 1995. Serve però soddisfare alcuni requisiti: dal primo gennaio di quest’anno il lavoratore deve aver maturato 25 anni di contributi, che salgono a 30 per chi chiederà la pensione anticipata a partire dal 2030. Ma sarà inoltre necessario aver maturato anche un importo pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale. È prevista inoltre la possibilità di accedere a sconti in caso di lavoratrici che hanno figli.

Anziana con documenti
Nuova mazzata in arrivo sul fronte pensioni – Trading.it

Tuttavia, questo nuovo sistema ha attirato non poche critiche, in quanto potrebbe provocare una tripla mazzata per i lavoratori che vorrebbero andare in pensione prima. I critici di questo sistema affermano che si tratta di uno schema inutile, discriminatorio e addirittura peggiorativo rispetto a quello precedente. Il primo dubbio riguarda il fatto che il bacino di utenza che potrà beneficiare di questa misura sarà particolarmente ridotto.

Per la Ragioneria Generale dello Stato, infatti, inizialmente solo un centinaio di persone avranno la possibilità di accedere a queste misure. Successivamente la platea si allargherà fino a 600 persone lungo il decennio. Facile comprendere che si tratta di numeri piuttosto risicati rispetto a quella che è la platea generale dei lavoratori in Italia. Inoltre, l’ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha commentato le modifiche affermando che si affaccerà una situazione discriminatoria, in quanto privilegia i lavoratori uomini in età avanzata, escludendo invece le donne che hanno a che fare con carriere discontinue e precarie. La terza potenziale falla di questo nuovo sistema riguarda il fatto che non potrà essere usufruito da chi ha stipendi più bassi e carriere intermittenti.

I lavoratori che prendono uno stipendio anche di soli 1.250 euro e che hanno iniziato a lavorare negli anni Settanta, senza però versare nulla in nessun fondo, non avranno infatti la possibilità di richiedere la pensione anticipata. In questo caso sarà infatti necessario versare alla pensione integrativa importanti somme per poter raggiungere la possibilità di lasciare in anticipo il mondo del lavoro.

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