Partiamo dalla fine, elezioni il 25 settembre. Ma qualcuno ha pensato alle pensioni? È accaduto l’inimmaginabile.
Estate rovente, tra il passo d’addio della pandemia e il proseguire della guerra in Ucraina, tra le ferie e i 40 gradi, ecco la crisi di governo. Sarebbero bastati altri otto mesi.
Un pazza estate, anzi, una pazza politica italiana, non vi è più novità che sorprenda.
Le pensioni, cosa accadrà?
Si corre e il tempo stringe. Cosa sappiamo sulle pensioni anticipate? Occorre fare in fretta e rivelare la legge di bilancio nella quale andranno ogni modo incluse disposizioni sulle questioni previdenziali. Del resto, giusto rammentare, Opzione Donna, l’Ape Sociale, quota 102, vedranno la loro inequivocabile scadenza al tramontare del 2022.
Stando ai sondaggi (riviste, radio, tv) si presuppone che sarà il centro destra ad aggiudicarsi la prossima e imminente tornata elettorale. Dovrebbero essere loro entro il termine del 2022 a costituire la legge previdenziale che tanti italiani attendono ormai da moltissimi anni, abolendo così la non fortunata legge Fornero.
Previsioni di futuro: quota 41 e le altre proposte
Probabilmente sarà affrontata la tematica anagrafica. L’idea è quella di portare l’età di una pensione ordinaria ai 66 anni. Varrebbe a dire ridurre di un anno la soglia attuale di pensionamento
Si lavorerà con ogni probabilità a una dinamicità in uscita. Si parla di 62 anni attivando tollerabili penalità, 1,5% all’anno. Lo si ritiene necessario considerando ad esempio i casi di persone che abbiano cominciato il loro lavoro intorno ai 30 anni: i 41 di contribuzione sarebbero in tal caso pari a una chimera.
Stesso discorso anche all’inverso, garantire la possibilità di proseguire nel lavoro oltre i 66 anni, con il supporto di incentivi sino all’età di 70 anni.
Stando ai sostenitori di questa politica la fatica per l’Erario sarebbe affievolita parecchio e le spese complessive della riforma sarebbero maggiormente sostenibili.
Altro obiettivo sarebbe quello di rendere organici e costanti le disposizioni di Opzione Donna e dell’Ape sociale.
Garanzie ai giovani
Si parlerebbe anche delle realizzazione di una pensione di pensione di tutela per giovani e donne e per chiunque svolga attività di caregiver. Sarebbe così concesso un semestre di bonus per ogni 365 giorni di contributi realmente dispensati. Si darebbe un deciso input alla previdenza complementare con decurtazioni del 50 % rispetto ai versamenti e valide facilitazioni per il riscatto della laurea che non deve pesare su chi ha deciso di investire sulla cultura.
Si discute anche sui già pensionati, i più colpiti dalla pandemia: l’idea è una no tax area fino a 10.000 euro. e E poi onde eludere una fuga verso tassazioni minori, mettere in atto una minus tassazione per le retribuzioni complessive di coloro che sono in pensione fino a 40.000 euro di retribuzione imponibile.