Niente bugie, la pronuncia è vera: le pensioni anticipate sono maggiorate grazie agli ultimi interventi. Troppi vantaggi, ci si perde!
Mai dire bugie in tema pensioni, specie se si parla di quelle anticipate e con news del genere: sono davvero maggiorate? E se sì, per quale ragione? Il sistema pensionistico italiano è tra i più criticati e discussi, soprattutto per le delle evoluzioni che per niente sono piaciute ad alcuni contribuenti. Non sono mancate stangate e tagli. Infatti, ci si domanda se prima o poi la questione potrà essere disciplinata senza troppi problemi grazie ad una vera stabilizzazione. Ad oggi ci sono delle novità allettanti, perché davvero ci sono dei vantaggi, perché si ottengono… tanti soldi e subito!
Gara alla conquista delle pensioni anticipate e maggiorate? La gioia è incontenibile per alcuni contribuenti. Di norma, il calcolo dei contributi non tanto piace alla stragrande maggioranza dei cittadini. Complice un sistema che di base non li avvantaggia, soprattutto per i tempi correnti. Questo perché le pensioni dovrebbero essere adattate al tasso di inflazione. Ma come fare quando quest’ultimo aumenta e non sembra placarsi nemmeno con un briciolo di crescita?
La stagflazione è un dramma per tutti i contribuenti. Fortunatamente, tra le tante sciagure, si è trovata una modalità per riscattare le pensioni, e far ottenere ad una larga platea di persone un trattamento dignitoso e soddisfacente in termini di denaro. Chi può ottenere i benefici delle novità in atto? Non manca la presenza di specifici requisiti, ecco di quali si tratta.
Non solo pensioni anticipate, ma anche maggiorate: le gioie del sistema
Tutto questo significa che adesso delle categorie ben definite di lavoratori, potranno andare molto prima in pensione, ed in condizioni che sono totalmente a loro favore. Attuare una riforma del settore è impossibile, perché lo Stato non ne possiede le risorse finanziarie. Allora, come fa a fare andare prima in pensione i lavoratori se non ne ha i soldi? Con piccoli strumenti e manovre economiche che rendono la situazione sostenibile per entrambe le parti in causa.
La punta di diamante dell’azione dello Stato consta nell’ottenere agevolazioni grazie alle maggiorazioni contributive che possono essere sfruttate in diverse tipologie di sconti. Primo sul podio c’è chi ha una disabilità certificata con legge 104 al 74%, godendo di una maggiorazione di due mesi per ogni annualità con contributi versati dopo il riconoscimento dello stato in questione legiferato. In sostanza, significa che chi continua a lavorare dopo essersi accertati della condizione, ottiene una rivalsa di 1,2 punti sul calcolo dei contributi.
La maggiorazione vale anche di 1/6 per ogni settimana di lavoro per periodo inferiore alle 52 settimane, e per un massimo di 5 anni di scontistica. Perché queste differenziazioni? La ratio delle modifiche è data dal maggior valore dato ai suoi contributi. Questi vengono valorizzati con un limite massimo di 40 anni di anzianità contributiva.
Tanti vantaggi per chi ha iniziato anche a lavorare da minorenne. È bene valorizzare anche la loro condizione e che si tratti di contributi puri, e che siano stati versati per 12 mesi di prima compiere la maggiore età. Assumono un valore di 1,5 volte. Si parla di nuovi iscritti il cui primo accredito è successivo a dicembre 1995. Stessa condizione per le mamme lavoratrici. Questa categoria può andare in pensione ordinaria a 66 anni, o anticipate a 63 grazie allo sconto di 4 mesi per ogni figlio per un massimo di 12.