Pensioni addio: si perde tutto a causa dei contributi silenti, bisogna tutelarsi subito

Dire addio alle pensioni per degli errori così banali, mette davvero i brividi. Attenzione ai dettagli, chi li cura non sbaglia mai!

Quando si dice che sono i “dettagli” a fare la differenza, precisamente, a cosa si fa riferimenti in ambito pensioni? Dire addio a delle occasioni vantaggiose è un guaio di questi tempi, perché potrebbero davvero non ricapitare più. Cosa rende furbi i contribuenti? In primis, informarsi in maniera opportuna, senza però tralasciare l’azione: termini e scadenze pregiudicano tutto. Ma cosa sono i contributi silenti? Agire in tutela dei propri interessi è essenziale, perché spendere male i propri averi non significa “levarsi qualche capriccio”, ma essere i peggiori investitori del proprio futuro pensionistico.

Come non dire addio alle pensioni
Calcoli pensionistici e convenienze, come non rimanere fregati da una cattiva gestione (@Canva)- Trading.it

Succede che molti sono costretti a dire addio a pensioni vantaggiose, proprio a causa di questo errore. Come se non bastasse, quasi nessuno ne è a conoscenza, e lascia infatti fluire una condizione di cui effettivamente non ha vera contezza. I soldi versati per i propri contributi finiscono all’INPS, la quale un domani si occupa della pensione del soggetto. Chi è autonomo, compie l’azione indipendentemente, mentre chi è sotto datore di lavoro, è quest’ultimo che se ne occupa.

Probabilmente il primo soggetto lavoratore è più cosciente di quanto verso a livello contributivo, mentre il secondo, no. Non si tratta di negligenza, ma quanto del sistema di cui fa parte. Chi  è che perde? Soprattutto quanto? L’aspetto più spaventoso è che nonostante si versino i propri contributi con tempestività e serietà, si potrebbe non vedere nemmeno con un binocolo la pensione!

Niente addio alle pensioni se si usa furbizia: efficace gestione dei contributi

Chi tra i due soggetti indicati nel paragrafo precedente, perderà i suoi soldi? È assurdo, ma è una realtà tutta italiana. Il sistema pensionistico, presenta da sempre delle “falle”, molte delle quali, quasi impossibili da colmare. Questo non significa avere tutto sotto controllo e ossessionarsi, ma quanto di apprendere appieno che davanti un argomento del genere l’attenzione non va mai abbassata. Intanto, i lavoratori di oggi potranno dire addio al mondo del lavoro solo tardi, e come se non bastasse, il trattamento è scarso.

Il miglior metodo per non dire addio alle pensioni
Calcoli pensionistici e convenienze, come non rimanere fregati da una cattiva gestione (@Canva)- Trading.it

A riflettere negativamente sulla questione è proprio la parola “precariato”. Un’economia fondata sulle spalle di questa categoria sociale, è il tasto dolente che finisce per condizionare anche l’aspetto pensionistico. Chi ha un posto di lavoro a tempo indeterminato è considerato un miracolato del sistema. Non perché abbia più qualità di altri, ma in relazione al fatto che il mondo occupazionale italiano è davvero lento, e chi non riesce ad andare in pensione osserva senza parole chi sconcertatamente non riesce ad entrarvici in maniera stabile.

Chi non abbraccia la giusta carriera contributiva, non potrà avere un trattamento pensionistico adeguato. Se non si hanno 20 anni di contributi, addio pensione di vecchiaia, come non si può avere quella anticipata con 42,10 anni di contributi. Senza il primo requisito contributivo, possono andare in pensione coloro che rientrano nelle deroghe Amato per cui bastano 15 anni versati entro il 1992. Ma alla fine, chi sono davvero i lavoratori penalizzati?

Si tratta di chi nonostante abbia versato con costanza, non ha maturato i 20 anni. Nessuna pensione e nessun rimborso per quanto pagato. Questo perché si parla di somme non utilizzate, nonostante siano state versate correttamente all’INPS. Queste assumono a loro volta il nome di contributi silenti. È il caso di chi ha 64 anni ed ha versato 18 o 19 anni di contributi, ma nessuna garanzia o sorta di rimborso.

L’aspetto più preoccupante è che nonostante gli anni di lavoro, questa forma di contribuzione è ormai andata perduta, non ci sono leggi che tutelino ciò. A prescindere dal fatto che si tratti di un lavoratore autonomo o dipendente, se non si maturano gli anni richiesti, non si ottiene la pensione.

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