In attesa di una organica riforma della previdenza, un decreto attuativo indica chi può sfruttare lo scivolo per la pensione a 62 anni.
Prossimo all’ufficializzazione il decreto attuativo dello scivolo pensione, a carico dello Stato, per i lavoratori delle PMI in situazione di crisi. Prevista l’uscita anticipata dai 62 anni di età. I primi dettagli.
Il dibattito sul futuro del sistema pensionistico italiano prosegue, ma nel frattempo le ultime notizie ci indicano la prossima tappa del decreto attuativo sullo scivolo per i dipendenti che, entro il 2024, conseguono il diritto al trattamento pensionistico. In buona sostanza, si tratta della pensione a 62 anni per dipendenti delle piccole e medie imprese in crisi.
Certamente si tratta di novità interessanti, che riguardano alcune categorie di lavoratori e che si fondano su quanto previsto dalla Manovra 2022 (art. 1, comma 89 e seguenti). L’ultima legge di Bilancio ha infatti introdotto una formula di pensione anticipata dai 62 anni per i lavoratori di piccole e medie imprese in crisi, per il periodo 2022-2024. Si tratta insomma di uno degli obiettivi già stabiliti a fine anno 2021 da parte del Governo. Ora al decreto attuativo il compito di concretizzare la volontà delle istituzioni.
Lo abbiamo appena accennato: è in dirittura d’arrivo il decreto attuativo dello scivolo pensione. Il provvedimento ha le seguenti caratteristiche clou:
Per la concretizzazione dello scivolo pensione è stato predisposto, presso il MISE, un fondo pari a 150 milioni di euro per l’anno 2022 e da 200 milioni di euro per ognuno degli anni 2023 e 2024.
In verità, questa di cui stiamo parlando è una delle poche opzioni incluse nell’ultima Manovra. Gli osservatori auspicano infatti una sostanziale e strutturale riforma pensioni entro il 2023. Ma sarà fondamentale la sinergia tra istituzioni e parti sociali, anche per poter ambire alla piena attuazione di tutti gli obiettivi di cui al PNRR.
Vediamo ora chi sarebbero gli aventi diritto al meccanismo, tra aziende e lavoratori. Per quanto riguarda le prime, esse sono PMI con le seguenti caratteristiche:
Circa i dipendenti invece, il presupposto è dato:
Sul piano dei requisiti anagrafici, la possibilità dell’uscita anticipata sarebbe riservata ai lavoratori che entro il 31 dicembre 2024 raggiungono l’età della pensione di vecchiaia (67 anni), oppure ottengono i requisiti per la pensione anticipata, a patto che alla data dell’uscita dal mondo del lavoro abbiano almeno 62 anni.
Il decreto attuativo sullo scivolo pensioni a 62 anni è in ritardo rispetto alle tempistiche originarie. Ma in base alle ultime notizie, il provvedimento starebbe in questi giorni giungendo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
I lavoratori interessati potranno accedere (su base volontaria e concordata) ad uno scivolo pensionistico di importo corrispondente al 90% della pensione lorda mensile, maturata alla data della domanda. Ciò per una durata totale di 3 anni rispetto alla maturazione dei requisiti per la pensione, di vecchiaia o anticipata.
Dal lato pratico lo schema avvantaggia dunque soprattutto chi ha già compiuto 64 anni. L’iniziativa in oggetto non comporterebbe oneri per i datori di lavoro, in quanto sarebbe l’INPS a farsi carico di pagare sia l’assegno di accompagnamento che la contribuzione figurativa.
Infine, ricordiamo che la domanda di accesso allo scivolo pensione deve essere fatta all’INPS da parte dell’azienda, con accordo sindacale e adesione del lavoratore – entro 90 giorni prima della risoluzione del rapporto di lavoro. Il datore dovrà spedire l’accordo con l’elenco dei lavoratori interessati all’uscita anticipata e l’accettazione della risoluzione consensuale.
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