Non arrivano buone notizie per molti anziani (ormai esausti). Queste 3 modifiche peggiorano la situazione delle pensioni
Il 2024 doveva essere per molti cittadini italiani l’anno giusto per assistere ad un netto cambio di marcia per quanto riguarda il tema delle pensioni, ma alla fine non è andata così. La riforma pensionistica non ha visto alcuna modifica e i requisiti per poter finalmente arrivare al tanto atteso assegno mensile sono rimasti invariati.
Ma non solo, perché alcuni cambiamenti per quanto riguarda il settore delle pensioni stati fatti. Non si tratta, però, di notizie positive per moltissimi dei contribuenti italiani che stanno ricevendo il cedolino pensione ogni mese. Per via di 3 modifiche alle pensioni, la situazione sembra essere infatti peggiorata.
Queste 3 modifiche peggiorano la situazione delle pensioni
La prima controversa modifica che potrebbe addirittura rivelarsi controproducente per molti pensionati italiani – se dovesse essere messa in atto – è la possibilità di cancellazione dei tre mesi di aumento dell’età pensionabile relativi all’adeguamento all’aspettativa di vita. La misura è stata rilanciata dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il quale ha messo sul tavolo la questione della “sterilizzazione dell’incremento”. Il tema centrale di tale modifica riguarda l’aggiornamento sull’andamento della speranza di vita. Ma per poter andare avanti si aspettano i dati ufficiali dell’Istat. Tuttavia, il rischio è quello di incorrere in un blocco del sistema per via dell’aumento di richiesta delle risorse economiche.
Un’altra modifica che potrebbe non portare effetti positivi è quella della limitazione delle uscite anticipate. Per il Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, bisognerebbe muoversi cancellando quelle misure che portano al prepensionamento e che incentivano tale pratica, inoltre, sarebbero da evitare le manovre economiche che prevedano forme di decontribuzione. il risultato sarebbe sicuramente quello di un effettivo risparmio delle risorse economiche da parte dello Stato, ma molti lavoratori vedrebbero cancellata la possibilità di andare in pensione prima.
La terza e ultima modifica di cui si sta discutendo in questi giorni è quella di ridurre fortemente la spesa assistenziale. Si tratta di una misura che porterebbe ad un risparmio enorme per le casse dello Stato e che cambierebbe il volto del sistema contributivo italiano. Dalle risorse guadagnate, si potrebbe pensare ad una sorta di superbonus per chi decide di restare al lavoro fino ai 71 anni di età, prevedendo un premio economico per queste categorie di lavoratori. Il rischio è però quello di penalizzare chi deciderà di richiedere in anticipo la possibilità di andare in pensione.