Novità sulle pensioni: che cosa potrà richiedere chi è nato negli anni ’60, ne 2025 si amplia il ventaglio di possibilità
Il problema relativo alle pensioni diventa tematica all’ordine del giorno per gli italiani: dai cittadini ai politici, la questione incendia l’opinione pubblica, ma una vera risoluzione non ci sarà neanche quest’anno. C’è chi grida a una riforma completamente nuova, un modo dare ai lavoratori ciò che veramente gli spetta dopo una vita di lavoro. Per quanto di anno in anno si rimandi, la verità è che non ci sarebbe abbastanza denaro per una riforma con i fiocchi.
Il debito pubblico restringe le nostre possibilità, i senatori a vita anche, e le casse dello Stato sono sempre più vuote. A ciò si aggiungono altri fattori importanti quali l’invecchiamento della popolazione e la presenza di troppi pensionati in rapporto ai lavoratori nella gran parte delle Regioni. Questi dati, se inseriti in un grafico, dimostrano senza troppi giri di parole qual è la situazione pensionistica futura per i lavoratori di oggi.
Le nuove generazioni sono quelle più danneggiate che avranno pensioni sempre più basse e ritardate. Questo 2025 vedrà delle differenze rispetto al 2024 in termini pensionistici, o meglio, verranno date più possibilità di scelta che da una parte aiuteranno lo Stato a gestire il problema pensionistico, dall’altra il lavoratore avrà l’occasione di implementare l’assegno pensionistico. Vediamo però nel dettaglio come funzioneranno le nuove opzioni disponibili.
Un bonus contributivo per chi, nonostante ha maturato i requisiti per la pensione, decide di resta al lavoro. Da Bruxelles i veti per non cambiare le regole di pensionamento e ridurre l’età di uscita dal mondo del lavoro che nonostante sia a 67 anni come limite, in media scende a 64,2 anni.
La riforma pensionistica per il 2025 è infatti l’argomento cardine di queste settimane. Al momento non si hanno risposte certe perché si sta aspettando la conferma dell’approvazione della Legge di Bilancio ma nel frattempo si può indicare già cosa è stato proposto per il 2025. Per il capitolo pensioni si parla di un bonus che viene ceduto a chi decide di rinviare il pensionamento scegliendo di continuare a lavorare anche nel caso in cui avesse raggiunto l’età e i contributi per andare in pensione. Questa scelta darebbe tempo allo Stato di ritardare qualche pensione, al tempo stesso dà un premio al lavoratore che sceglie di ritardare la pensione.
In base a questo scenario si aprono le porte delle pensioni 2025 per i nati nel 1961, 1962 e 1963. Niente quota 41 per chi è nato negli anni ’60: nonostante fosse tra le proposte sembra proprio che per il 2025 non ci si potrà fare appello. Riconfermata quota 103 con 62 anni di età e 41 di contributi, e riconfermato anche l’Ape Sociale: in questo modo l’anticipo pensionistico si aprirà per i nati fino al 1962. Caregiver, invalidi, disoccupati e addetti ai lavori gravosi potranno andare in pensione a 63 anni e 5 mesi e 30 anni di contributi.
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