Tra proroga e modifiche pensioni 2023, scopriamo cosa inserirà in Legge di bilancio il governo Meloni. Alcuni anticipazioni (quasi) certe.
Tra le anticipazioni fornite dal nuovo esecutivo di centro-destra in merito alle pensioni 2023, si parla della possibilità di proroga di Opzione donna e Ape sociale, introducendo una modifica per Quota 102.
Inserendo proroghe e modifiche pensioni in manovra, sarà possibile evitare il ritorno ai soli requisiti previsti dalla legge Fornero, che rappresenta lo spauracchio dei lavoratori in odore di pensione.
Se per Opzione donna e Ape sociale non dovrebbero esserci problemi in merito ad una loro proroga, c’è qualche dubbio sul sistema delle quote per le quali, molto probabilmente, sarà necessario apportare una modifica.
Al momento non si hanno certezze in merito alle pensioni a cui sarà possibile accedere nel 2023. Ma ci sono indiscrezioni piuttosto concrete che portano alla convinzione della proroga di almeno due misure di pensionamento anticipato.
In questo modo, il governo Meloni intende offrire ai lavoratori prossimi al pensionamento la possibilità di evitare la riforma Fornero. Ci stiamo riferendo alla riforma pensionistica attualmente in vigore, che prevede un requisito anagrafico di 67 anni.
Di fatto, con l’approvazione delle forme di pensionamento anticipato si permetterebbe, ad un ampio numero di lavoratori, di ritirarsi dal lavoro prima della suddetta soglia anagrafica.
Ricordiamo che Opzione donna è la forma di pensionamento anticipato indirizzata in favore unicamente delle lavoratrici, in presenza di specifici requisiti. Mentre l’Ape sociale è un’indennità garantita dallo Stato e erogata dall’INPS, in favore dei lavoratori che si trovano in una condizione di difficoltà.
Se Opzione donna e Ape sociale saranno solo prorogate, senza alcuna modifica, non si può dire lo stesso della misura Quota 102. Per questa forma di pensionamento anticipato, infatti, sarà necessario intervenire apportando delle modifiche. In tal modo sarà possibile rendere sostenibile la misura. In sostanza, così come è formulata in questo momento, Quota 102 graverebbe eccessivamente sulle casse dell’INPS.
Al momento, la misura Quota 102 permette di andare in pensione a 64 anni di età e con 38 anni di versamenti contributivi. I requisiti devono essere maturati entro il 31 dicembre 2022.
Su volontà della Lega, si spinge per un tetto anagrafico che prevede il compimento di 61 anni di età e il versamento di 38 di contributi. In alternativa, si potrebbero prendere in considerazione i seguenti requisiti: 40 anni di contributi e 62/63 anni di età.
Entrambe le ipotesi sembrano trovare il benestare dei sindacati, tuttavia occorre verificare che le risorse siano disponibili.
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