Cosa cambia e quali novità ci sono per le pensioni 2022 tra novità e ricalcolo: attenzione ai vari aspetti e a quanto si potrebbe perdere, i dettagli
C’è grande attenzione in vista del prossimo anno, il 2022, nei confronti di varie tematiche a livello economico da parte di molti, tra cui anche per quel che concerne le pensioni, con alcune novità e i possibili cambiamenti legati alle misure intraprese insieme alla Legge di Bilancio che sarà approvata entro la fine dell’anno: quali sono alcuni degli aspetti da sapere e di cosa si tratta, i dettagli.
Novità importanti, quelle attese da diversi contribuenti, in merito all’Ape Sociale, ad Opzione Donna e alla rivalutazione dell’1,7%; varie dunque le novità per un tema che sta a cuore a molti, la pensione, oggetto di un approfondimento da parte de IlGiornale.it.
Ai fini dell’età pensionistica occorrerà avere 64 anni e 38 anni di contributi maturati, e avere l’opzione di poter uscire dal mondo del lavoro; tuttavia, si legge, in virtù dell’ampliamento e della proroga dell‘Ape Sociale, vi sarà la possibilità di poter fare un anno prima, ovvero sin dai 63 anni, mentre per quel che riguarda Opzione Donna, l’età utile è quella dei 58-59 anni con 35 di contributi.
Queste le misure, che al momento sono provvisorie, che andranno a sostituire Quota 100 nel 2022, spiega il Giornale, e che sono in attesa di una via libera definitivo a seguito di un ultimo confronto tra governo e parti sociali.
Pensioni 2022, l’Opzione tutti e cosa si potrebbe perdere
Argomento dunque che, comprensibilmente, desta grande interesse ed attenzione, quello relativo alle pensioni, oggetto anche di cambiamenti e di misure per il 2022 in relazione alla Legge di Bilancio che sarà approvata entro fine anno. Come detto, a farne un approfondimento è Il Giornale che si sofferma anche su quella che viene definita da più parti come Opzioni Tutti, al centro dell’accordo.
A tal riguardo, Il Giornale menziona Il Giorno, e si legge che si tratta della possibilità di poter uscire dal mondo del lavoro sin dal 2023 ad una età da 63-64 anni in avanti, “con il ricalcolo interamente contributivo dell’assegno che comporta un taglio dell’importo variabile tra il 10 e il 25%”.
Per quanto riguarda la suddetta Ape Sociale, si tratta di una misura che riguarda anche altre 8 categorie di lavoro gravosi che si vanno a sommare ai 15 già previsti. Così come ha valore per coloro che presentano una invalidità civile uguale o superiore al 74%, chi si prende cura ed assiste i familiari in difficoltà e per i lavoratori disoccupati che hanno esaurito la Naspi.
Tuttavia, allo stesso tempo il Giornale menziona anche una possibile perdita della pensione che potrebbe arrivare al 35%, mediante Opzione Tutti. In tal senso viene citata simulazione computata da CGIL a proposito di un calcolo che, mediante il sistema contributivo, mostrerebbe come la pensione andrebbe a ridursi tra il 20 e il 35%.
Il Giornale menziona la Repubblica, e viene sottolineato che le perdite si attesterebbero tra 2o e 130 mila euro sin dal momento della pensione fino a 82 anni, età media italiana.
Insegnanti della scuola materna, lavoratori nel campo delle pulizie e del verde come giardinieri in pensione a 63 anni e con 36 di contributi versati, si legge; gli edili con 32 di versamenti e l’ipotesi Quota 93 per loro. Rispetto ad Opzione Donna, inoltre, si legge che al fine di poterne usufruire andrà accettato interamente il calcolo contributivo dell’assegno con un taglio che si attesterebbe sul 25-30% sulle cifre complessive.
Pensioni e lavoratori di piccole e medie imprese, il Fondo
Un’altra novità circa le pensioni riguarderebbe poi i lavoratori delle piccole e delle medie imprese, spiega Il Giornale, in crisi in verità del Covid, con una opzione che consentirebbe loro l’accesso ad una pensionamento anticipato con 62 anni, in virtù di un Fondo con 200 milioni per 3 anni.
Si legge che il Fondo verrà regolamento entro febbraio a seguito di un decreto del ministro dello Sviluppo Economico insieme a quelli di Economia e Lavoro. Inoltre, dal 2022 le pensioni saranno commisurate al costo della vita, con la rivalutazione dell’1,7%, spiega ancora il Giornale, e la perequazione “piena”.
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L’incremento pieno dell’1,7% riguarderà, si legge, le pensioni fino a 2.062,32 euro; quelle che vanno tra i 2.062,33 e i 2.577,90 riceveranno una rivoluzione dell’1,53% che arriva all’1,7% con lo “scaglione” sino ad euro 2.062,32.
Per le pensioni maggiori di euro 2.577,90 l’incremento sarà dell’1,275%, con l’applicazione della rivalutazione dell’1,7% dello stagione fino ad euro 2.062,32 e dell’1,53% per quelle che vanno tra 2.062,33 e 2.577,90 euro.