Pensioni 2022 con possibilità di ricevere un assegno di 516 euro al mese fino a 67 anni, ma far pareggiare i conti sono gli attuali commercianti.
Pensioni 2022, da gennaio ci saranno tantissime novità che investirà l’intero sistema previdenziale, tra cui anche l’aumento dei contributi a carico della categoria di coloro che sono iscritti alla Gestione Speciale commercianti INPS. Ricordiamo che la Legge di Bilancio 2021 all’articolo 1 comma 380, legge 178/2020, riporta che l’aliquota dal primo gennaio 2022 sale al 24,48% complessiva per la pensione dei commercianti. Quest’aumento è utile a finanziare il fondo di indennizzo per coloro che “rottamano la licenza“. L’indennizzo consiste in un assegno mensile di circa 516 euro fino al raggiungimento del’età pensionabile per la pensione di vecchiaia. Ma andiamo per gradi e vediamo di cosa si tratta.
Come sopra accennato l’aliquota di contribuzione aggiuntiva obbligatoria a carico dei commercianti è aumentata per sovvenzionare i maggiori oneri di finanziamento legati all’indennizzo commercianti (IndCom) per coloro che chiudono in modo definitivo l’attività commerciale.
L’IndCom è istituzionale dal primo gennaio 2019, la norma è stata rivista più volte, perché inizialmente, una grande platea di aventi diritto, era rimasta fuori dall’indennizzo (i beneficiari dal primo gennaio 2017 al 31 dicembre 2018).
Ancora in atto una battaglia per il riconoscimento di una platea minima di “esodati“che, riguarda gli anni tra il primo gennaio 2009 e il 31 dicembre 2016. Dopo lunghi dibattiti, in risposta a un’interrogazione parlamentare, pubblicato la risposta sulla Gazzetta Ufficiale del 6 ottobre che apre uno spiraglio, rimandando la discussione nella prossima manovra di bilancio, che si discuterà a breve.
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Per rifinanziare il fondo che permette di ottenere l’indennizzo, la Legge di Bilancio 2021, riporta da gennaio 2022, un aumento dell’aliquota contributiva obbligatoria che aumenterà dallo 0,09% allo 0,48%. Questo innalzamento porterà l’aliquota complessiva a carico dei commercianti dall’attuale 24,09% al 24,48%.
Quest’aumento permetterà di erogare l’indennizzo al sostegno al reddito, chiamata anche pensione commercianti, di circa 516 euro al mese fino al raggiungimento dei requisiti richiesti per la pensione di vecchiaia.
Per la mancanza di fondi, l’indennizzo dal 30 novembre 2019 è rimasto bloccato, quindi, per scongelarlo necessitano risorse. l’aumento dell’aliquota dal primo gennaio 2022, consentirà un’erogazione continua e la possibilità di erogare l’indennizzo IndCom.
Quest’aspetto è chiarito nel messaggio INPS n. 2347 del 5 giugno 2020, ha precisato che coloro che presentato l’istanza per accesso all’indennizzo, in caso di esito positivo, l’erogazione sarebbe stata appena il fondo sarà rifinanziato. Poi, la misura è stata sbloccata per effetto della Manovra 2021 all’articolo 71 per le istanze pendenti nel 2020. Mentre, ad oggi, risultano ancora bloccate le istanze presentate entro il 31 maggio 2021 (messaggio INPS numero 2054/2021). Inoltre, l’INPS dovrà fornire istruzioni per le domande presentate successive al primo giugno 2021
Chi può richiedere l’indennizzo INPS e con quali requisiti? Possono fare richiesta dell’assegno mensile di circa 516 euro al mese fino al perfezionamento dei requisiti per la pensione di vecchiaia:
a) rappresentanti e agenti del commercio;
b) coloro che svolgono attività di somministrazione al pubblico di bevande e alimenti (ad esempio: ristoranti e bar);
c) coadiutori e titolari di attività commerciali su aree pubbliche;
d) coloro che solo titolari e collaboratori di attività commerciali al minuto con sede fissa. Inoltre, al momento della cessazione dell’attività commerciale devono essere iscritti come collaboratori o titolari alla Gestione Commerciante INPS e aver versato almeno cinque anni di contributi nella gestione lavoratori autonomi.
I requisiti per poter fare richieste dell’indennizzo, sono:
a) per donne il compimento di 57 anni di età, per gli uomini 62 anni di età;
b) almeno cinque anni di contributi INPS;
c) cessazione dell’attività commerciale con cancellazione della licenza nei registri di imprese (non è valida il trasferimento o vendita della licenza);
d) la licenza deve essere consegnata presso il Comune di appartenenza (la cosiddetta rottamazione della licenza).
La domanda per l’indennizzo, deve essere presentata presso la sede INPS territoriale. Inoltre, bisogna allegare la documentazione che comprova la cessazione dell’attività commerciale e la rottamazione della licenza commerciale.
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