Tutti hanno diritto a una pensione, anche chi non ha contributi: si chiama Pensione Universale e può essere richiesta da tutti i cittadini
In Italia la pensione è un diritto di tutti, anche chi non ha mai lavorato nella vita. Arrivati a una certa età c’è bisogno di assistenza, è per questo che ci si può appellare a una Pensione Universale, che come viene già specificato nell’appellativo, si tratta di una forma previdenziale che si rivolge a tutti senza limiti per quanto riguarda la situazione contributiva.
Attenzione però, chi ha versato pochi o niente contributi, non può aspettarsi di ricevere un assistenza come chi invece li ha versati per quasi quarant’anni. Si tratta di importi molto bassi, una sorta di mini pensione, che però potrebbe aiutare per nella gestione delle spese mensili, quindi perché non approfittare.
La pensione universale si riferisce sia a chi ha accumulato qualche anno di contributi senza riuscire ad arrivare al minimo necessario, e anche a chi invece non ha mai lavorato. C’è chi per esempio ha scelto di dedicarsi ai figli, alle passioni, avendo entrate da parte della famiglia o dal proprio coniuge: in tutti questi casi si andrà in pensione lo stesso.
Pensione universale, quando si può ricevere anche senza contributi
Quando parliamo di pensione senza contributi si fa riferimento all’Assegno sociale, di circa 500 euro, che non è una vera e propria pensione, per questo quando si parla per tecnicismi è meglio definirlo come ‘assegno’. Una vera e propria prestazione che spetta proprio al compimento dell’età pensionabile a coloro che non sono riusciti ad accedere alla pensione.
A questa si aggiunge la cosiddetta “Pensione di inclusione” quando si tratta di persone con più di 67 anni o disabili gravi che non hanno un isee alto. Non si può andare in pensione senza contributi ma esistono quindi diverse forme assistenziali.
Quando poi si parla di prestazione universale, si fa riferimento ad ancora un’altra forma assistenziale erogata a favore degli anziani over 80 con uno stato di bisogno assistenziale grave, già beneficiari dell’indennità di accompagnamento e con un ISEE entro 6000 euro.
Questa sorta di pensione sarà inizialmente applicata in via sperimentale, saranno circa 300 euro, e probabilmente negli anni successivi diventerà strutturale. Nel frattempo è stata proposta per il 2025 e il 2026 ed entrerà in vigore dal primo gennaio. Per ottenerla si potrà far richiesta in via telematica all’INPS, o anche attraverso il Patronato INAS CISL.