La pensione potrebbe non bastare per mandare il proprio tenore di vita: quali possono essere le soluzioni a cui pensare? Alcuni dettagli al riguardo
Grande attenzione sul tema delle pensioni, argomento che desta grande interesse e suscita grande attenzione, poiché sta a cuore a molti, e diversi sono gli elementi e gli spunti su cui possono esserci interrogativi e spunti, come nel caso di andarci senza perderci, ovvero come si potrebbe fare e quali le possibili soluzioni per provare a mantenere lo stesso tenore di vita ed un importo vicino allo stipendio. Ecco alcuni dettagli al riguardo.
Quando si parla della pensione di un lavoratore, questa ammonta ad una sola parte del suo reddito, al fine di renderla maggiore, più importante, vi sono alcune soluzioni complementari a cui poter pensare, vari modi legati all’integrazione delle pensioni e ad un maggior guadagno.
A parlarne nel proprio approfondimento è Business Online, il quale spiega che nell’ottica ottimizzazione della pensione futura si potrebbe considerare il lavoro oltre l’età legale della pensione, oppure alla pensione integrativa, riscatto degli anni di laurea ed altro ancora.
Si legge che i periodi utili inerenti il calcolo dell’assegno previdenziale, sono quelli legati al versamento dei contributi obbligatori, ai quali si aggiungono altri tipi di contribuzione, i quali possono essere a pagamento, oppure gratis. Si fa cenno ai contributi figurativi, da riscatto e volontari.
Pensione, come aumentarla senza perderci: il tema guadagno
Sono dunque tanti e diversi gli aspetti, a vario livello, che hanno a che fare con le pensioni e che conquistano l’attenzione degli interessati, come nel caso ad esempio della pensione minima, a chi spetta, importi e cosa c’è da sapere. Oppure, ancora, si pensi al tema pensioni e agevolazioni fiscali per chi sposta la propria residenza in Italia, dove e come funziona.
In merito al tema in oggetto invece, come spiega Business Online, in ogni costruzione e anche qualora si cerchi di guadagnare dopo la pensione, è opportuno pensare a gettare le fondamenta. Il riferimento va alla pensione integrativa, la quale è una formula adatta alle esigenze dei lavoratori per i quali si rpoessa un assegno pensionistico non molto alto.
Ciascun anno si accantona un importo nei propri risparmi pensionistici. Quando si giunge al meritato pensionamento, l’intero importo investito, si legge, viene restituito insieme agli interessi, in modo tale da avvicinare la somma dello stipendio con quello della pensione.
Per quanto riguarda il regolamento circa il riscatto degli anni scolastici, tanto si è detto, spiega Business Online, con gli esperti che hanno avuto modo di analizzare pro e contro e i vari aspetti. Anche in tal caso, si tratta di una opzione che può dar seguito ad una facilitazione aggiuntiva in ottica pensioni.
Rispetto ai numeri di anni che possono essere riscattati, si legge che questo numero è limitato a quello previsto pe l’ottenimento della laurea, in sintesi eventuali anni che si ripetono non possono esser riscattati, viene spiegato. Ad essere prese in considerazione sono tanto le lezioni diurne quanto quelle serali. E si legge che il riscatto è possibile per una sola laurea, a meno che il conseguimento della prima non rappresentasse una condizione legata all’ottenimento della seconda.
Ad essere riscattabili, spiega Business Online, sono: diplomi universitari, di laurea, di specializzino conseguiti dopo la laurea e alla fine di un corso dalla durata non minore di 2 anni, dottorati di ricerca i cui corsi sono regolati da determinate disposizioni di legge, titoli accademici ovvero la laurea alla fine di un corso dalla durata triennale e laurea specialistica alla fine di un corso di durata biennale accessibile mediante laurea, diploma di accademia di Belle arti.
Pensioni, contributi volontari e altri dettagli
Rispetto ai contributi volontari, ai fini dell’ottenimento dell’autorizzazione alla prosecuzione volontaria, l’assicurato deve aver maturato, si legge, almeno cinque anni di contributi a prescindere dalla collocazione temporale dei contributi versati; almeno tre anni di contribuzioni nei 4 che precedono la data di presentazione della domanda; 1 anno di contributi nei 5 anni precedenti la domanda per i lavoratori subordinati.
E ancora: 1 anno di contributi nei 5 prima della domanda per lavoratori a tempo parziale; stesso discorso per lavoratori dipendenti su basa stagionale, temporanea e discontinua, per i periodi successivi al trentuno dicembre 1996 e per cui non sono stati versati contributi obbligatori oppure figurativi.
Questi sono solo alcuni dettagli al riguardo, ma ad ogni modo, è bene sottolinearlo, è importante ed opportuno informarsi sui tanti e diversi aspetti e sui vari elementi inerenti la questione, così da approfondire tutto al meglio e chiarire ogni eventuale dubbio, conoscendo dettagli, particolari, condizioni, aspetti e quanto c’è da sapere, tramite un confronto con esperti del campo e professionisti del settore.