Si parla ancora di pensione, niente è certo, niente è definito. Il Governo lavora per una nuova linea, una nuova riforma insomma.
Il Governo al lavoro per concepire una nuova riforma delle pensione. Il pensionamento anticipato, è il caso di dirlo della cosiddetta riforma Quota 100 pone l’esecutivo di fronte ad una serie di complesse riflessioni. Come fare per non cadere in automatico nei temutissimi scaglioni Fornero? Come fare per garantire ai cittadini un criterio, più che un sistema pensionistico che possa portare vantaggi ed equilibro a tutto il contesto? Come fare per farlo nei tempi e nelle modalità necessarie per il paese?
La soluzione non appare semplice per il Governo Draghi alle prese con una serie di considerazioni che potrebbero rispolverare vecchie riflessioni in merito al sistema pensionistico da adottare. Al momento l’ipotesi più accreditata sembra essere quella che anticiperebbe l’età utile per andare in pensione di qualche anno a danno però degli importi che rischierebbero di diventare meno consistenti. Le ipotesi al vaglio riporterebbero a due soluzioni, quella ipotizzata dal presidente Inps, Tridico e quella concepita dall’ex ministro Damiano.
Riforma pensione, il Governo si interroga: le ipotesi più accreditate
Considerando l’ipotesi Tridico si andrebbe a penalizzare fortemente coloro i quali sceglieranno di andare in pensione in anticipo. In quel caso si andrebbe a concretizzare un taglio abbastanza consistente dell’assegno mensile. Al momento si valutano insomma soluzioni a lunga durata, nessuna situazione momentanea per sopperire ai rischi di forti disagi per lavoratori e imprese. Si va verso una soluzione che andrebbe a prevedere l’accesso alla pensione con 20 anni di contributi e 63 di età. Successivamente poi al compimento dei 67 anni si passerà al sistema retributivo con un aumento sostanziale dell’importo degli assegni mensili.
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La soluzione Damiano, invece, andrebbe a prevedere lo stesso impianto citato in precedenza ma con l’ottenimento dell’assegno completo per il lavoratori, senza attendere dunque i 5 anni per accedere alla parte retributiva della pensione. Tutto, insomma, sembra essere ancora possibile e non è certo che alla fine ad essere favorita sia una soluzione piuttosto che l’altra. Gli italiani insomma avranno ancora da attendere prima di comprendere come e quando andare in pensione.